Il
mal di schiena insorge in circa nell’
80 per cento della popolazione mondiale ed è una
patologia ritenuta
invalidante in quanto determina nei pazienti che ne sono affetti un
rallentamento e spesso anche uno
stop delle
attività quotidiane e lavorative. Le cause sono variabili, come
ernia del disco,
artrosi e altre patologie. Oggi sono disponibili terapie alternative all’intervento chirurgico, ne abbiamo parlato con il
dottor Cosma Andreula, responsabile della Dignostica per immagini e della Radiologia interventistica di e Ospedale Santa Maria.
Dottor Andreula, come viene diagnosticato il mal di schiena?
“Il mal di schiena viene diagnosticato con
tecniche di immagine sofisticate come la
risonanza magnetica, l’indagine più moderna e indicata per osservare tutte le patologie del sistema nervoso. Si tratta di un esame che si svolge in tempi relativamente brevi e in condizioni di
assoluto comfort per il paziente, grazie all’aiuto di medico, tecnico e infermiere”.
I farmaci aiutano nel trattamento del disturbo?
“Qualora ci sia una persistenza del dolore, è importante affrontare il mal di schiena prima con i farmaci come
antiinfiammatori fino al
cortisone ma se la terapia farmacologica non funziona in tempi stretti, massimo 15 giorni, bisogna fare un passo successivo, rivolgersi allo specialista”.
Come si interviene sul mal di schiena?
“Intervenire oggi sul mal di schiena prevederebbe nel paziente con ernia discale l’intervento chirurgico, anche se questo è valido solo nei pazienti selezionati, solo dove c’è una paralisi progressiva dell’arto inferiore e non solo il dolore. Il
dolore infatti può essere trattato con
tecniche interventistiche come la
discolisi, con la iniezione di sostanze come l’
ozono che serve ad essiccare l’ernia”.
Che cos’è la vertebroplastica percutanea e cosa serve?
“Per vertebroplastica percutanea si intende l’introduzione in una vertebra fratturata o che ha ceduto per osteoporsi di una sostanza simile a colla medica che ha la funzione di irrobustire la vertebra da trattare. La tecnica è indicata per pazienti presentano una
frattura vertebrale, un
cedimento osseo, o addirittura il
collasso di una vertebra accompagnati da un dolore molto importante”.
Come si esegue?
“La vertebroplastica si esegue in una
sala tac attrezzata al bisogno con l’utilizzo della
TAC e di una
radioscopia per visualizzare costantemente l’introduzione dell’ago nella vertebra. E’ una procedura molto semplice che si svolge in tempi relativamente brevi, in
20 minuti, in una situazione di anestesia locale e di sedazione e che dà la possibiilità al paziente già dopo
2 - 3 ore dalla procedura di
rimettersi in piedi con una
netta e drastica riduzione del dolore”.
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