L’epatite A si trasmette per via oro-fecale, bevendo acqua e mangiando cibo (molluschi, frutti di mare…) contaminati con materiale fecale. Nei paesi in cui l’igiene è scarsa e manca acqua potabile, la malattia è endemica e spesso asintomatica, soprattutto fra i bambini.
Come si manifesta
I sintomi più comuni sono: nausea, vomito, febbre (solitamente non alta), perdita di appetito, dolori muscolari, senso di stanchezza e affaticamento, ittero (colorazione giallastra della pelle).
Come si accerta
L’epatite A si accerta tramite analisi del sangue, valutando i parametri della bilirubina e delle transaminasi.
Anche la ricerca di anticorpi IgM anti-HAV nel sangue può aiutare a diagnosticare la malattia in fase acuta (si formano nel momento dell’infezione e scompaiono pochi mesi dopo la guarigione), mentre per accertare se si abbia avuta in maniera asintomatica vengono ricercati e misurati gli anticorpi IgG anti-HAV, che si sviluppano durante la fase di convalescenza della persona e rimangono per il resto della vita.
Come si tratta
Non esiste una cura specifica per l’epatite A che, nella maggior parte dei casi, guarisce spontaneamente. In caso venga diagnosticata, per aiutare l’organismo a liberarsi più in fretta del virus possono essere somministrati degli antivirali. Per non affaticare il fegato, viene consigliata un’alimentazione leggera, evitando cibi grassi, fritti, e pasti abbondanti. Anche l’alcool va evitato.
Come si previene
In Italia è possibile fare due tipi di vaccino, raccomandato per coloro che:
- viaggiano spesso nei Paesi in cui la malattia è più presente,
- lavorano a contatto con persone a maggiore rischio (come tossicodipendenti),
- sono affetti da patologie epatiche croniche che hanno un rischio di mortalità più elevato.
Il rispetto delle norme igienico sanitarie (lavarsi le mani, non bere acqua in bottiglie non sigillate, lavare e cuocere bene i cibi, non scambiare oggetti che possono venire a contatto con fluidi e liquidi di altre persone) sono utili per prevenire la malattia.