Le apnee notturne rappresentano un disturbo sempre più diffuso ma spesso sottodiagnosticato.
Questo problema, che può essere asintomatico,
è associato a patologie cardiache ischemiche e neurologiche di tipo vascolare. La diagnosi precoce è fondamentale per prevenire condizioni critiche e si effettua tramite la polisonnografia, un esame non invasivo, semplice e indolore.
Secondo stime recenti della
Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale,
circa 30 milioni di italiani soffrono di apnee notturne e disturbi respiratori del sonno.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di forme che non portano a problematiche importanti e che si manifestano con lievi russamenti notturni. Tuttavia, circa 4 milioni di italiani sperimentano oltre 15 interruzioni del respiro ogni ora, con gravi conseguenze per la salute, in particolare per il cuore.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Cesare Arezzo, pneumologo presso Villa Lucia Hospital, a Conversano (Bari).
Cos’è la Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS)
I disturbi respiratori del sonno, in particolare la Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS),
sono considerati un nemico silenzioso.
Le cause delle apnee notturne possono variare, ma l’obesità è una delle più comuni. Il peso può ostacolare la respirazione e contribuire alla formazione di tessuto adiposo nelle vie aeree.
In generale, solo il 5% dei pazienti riceve una diagnosi e inizia un percorso terapeutico.
Spesso,
il partner o i familiari notano il russare e le interruzioni del respiro, che possono portare a una riduzione dell’ossigenazione in arrivo agli organi e a problematiche cardiache.
Sintomi e conseguenze
La sintomatologia presenta un’ampia gamma di caratteristiche, anche non particolarmente severe,
e può includere cefalea, sonnolenza diurna e facilità ad affaticarsi. Il cervello, infatti, registra le pause del respiro, impedendo un sonno ristoratore e causando micro risvegli. La sonnolenza può portare sia a eventi come incidenti che a conseguenze vascolari gravi, come cardiopatia ischemica, coronaropatia, infarto del miocardio, fibrillazione atriale recidivante, ipertensione arteriosa resistente al trattamento, ictus.
Le alterazioni del sonno attivano il sistema nervoso simpatico, creando una condizione di stress cronico, una situazione che può portare a infiammazione cronica e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
Un sonno di qualità, inoltre, influisce anche sui processi ormonali e metabolici. La carenza di sonno ristoratore altera la regolazione degli ormoni che controllano la fame e la sazietà, portando a un aumento dell’appetito e a una maggiore assunzione di cibi poco salutari.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi precoce è fondamentale e avviene tramite il Monitoraggio cardiovascolare notturno, un test che monitora diversi parametri fisiologici durante il sonno.
Si svolge presso il domicilio del paziente (non è più necessario il ricovero in struttur come in passato) e rileva l’attività cerebrale, i livelli di ossigeno, il battito cardiaco, la respirazione, il russamento, i movimenti degli arti e, se necessario, la pressione arteriosa.
I risultati dell’esame vengono analizzati da un team multidisciplinare per arrivare a una diagnosi quanto più precisa possibile e per pianificare un trattamento personalizzato.
Il trattamento delle apnee notturne è, infatti, altamente personalizzato.
Se l’obesità è identificata come causa, il primo intervento consiste nel favorire la perdita di peso del paziente.
Nel caso in cui il problema derivi da una conformazione anomala del palato, si può considerare la chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillofacciale. In alternativa, è possibile consultare un odontoiatra specializzato che possa applicare un avanzatore mandibolare per correggere il difetto.
笔辞颈肠丑é
alcune forme di apnee notturne sono posizionali e si manifestano solo quando si dorme supini,
potrebbe essere utile riposizionare il paziente durante il sonno. Per questo,
vengono utilizzati piccoli sensori applicati a un collarino o a una fascia sul torace, che si attivano e producono vibrazioni quando il paziente si trova in posizione supina, per spingerlo a girarsi su un lato durante il sonno.
Nei casi più gravi, si ricorre alla terapia con CPAP, un dispositivo che eroga aria compressa attraverso mascherine nasali o oronasali, dotate di fasce elastiche per un corretto posizionamento, per fornire un flusso d’aria sufficiente durante la notte.