Ospedale Cortina / 03 settembre 2020

Artroscopia della spalla: per la diagnosi e il trattamento chirurgico mini-invasivo

Artroscopia della spalla: per la diagnosi e il trattamento chirurgico mini-invasivo
Che cos’è l’artroscopia della spalla?

“L’artroscopia è una metodica di chirurgia mini-invasiva - spiega il Dottor Alberto Vascellari specialista in Ortopedia e Traumatologia presso l’Ospedale Cortina - che consente al chirurgo di esaminare l’interno della spalla con una piccola telecamera ed eseguire interventi con degli strumenti sottili che possiamo paragonare per semplificare il più possibile a delle matite. 

Durante l'intervento, il chirurgo, inserisce nella spalla la piccola telecamera, chiamata artroscopio. Questa telecamera invia le immagini ad uno schermo attraverso il quale si visualizza l’interno dell’articolazione in modo da permettere al medico di guidare gli strumenti chirurgici miniaturizzati.

Questi strumenti vengono inseriti attraverso dei "piccoli fori", rendendo possibile la riparazione dei tessuti lesionati senza dover ricorrere a incisioni più grandi. Grazie a questa metodica mini-invasiva, generalmente, gli interventi vengono eseguiti in giornata o richiedono una notte di ricovero”.

Per quali patologie è indicata?

“Gli interventi che più frequentemente vengono eseguiti con metodica artroscopica sono la stabilizzazione della spalla instabile e la riparazione della cuffia dei rotatori.

La lussazione della spalla avviene quando la testa dell’omero (osso del braccio) fuoriesce dalla sua sede, come conseguenza di un trauma violento, di una serie di piccoli traumatismi ripetuti o da un allentamento costituzionale dei legamenti. Una volta che  i legamenti, i tendini ed i muscoli che circondano la spalla sono lesionati o allungati, la lussazione può verificarsi nuovamente, rendendo la spalla instabile”.

Come si manifesta e come si diagnostica la spalla instabile?

I sintomi più frequenti di instabilità cronica della spalla sono le ripetute lussazioni e la sensazione persistente di spalla lassa, che scivola dentro e fuori dall’articolazione. Il medico, per confermare la diagnosi, oltre a visitare la spalla e a fare test specifici che lo aiuteranno a valutarne l’instabilità potrà richiedere radiografie e Risonanza Magnetica. Nel dettaglio le radiografie dimostreranno le lesioni ossee che rendono instabile la spalla, mentre la Risonanza Magnetica consente di identificare le lesioni dei legamenti e dei tendini che circondano la spalla”.

Quando si ricorre all’intervento chirurgico?

L’instabilità cronica della spalla viene spesso trattata, inizialmente, con opzioni non chirurgiche, che comprendono: modifiche delle attività e abitudini che risvegliano i sintomi e Fisioterapia (rinforzare i muscoli della spalla e migliorare il controllo dei movimenti della spalla può aiutare a migliorarne la stabilità). Se queste soluzioni non risolvono il dolore e l’instabilità, potrebbe essere necessario ricorrere all'intervento chirurgico.

La chirurgia, spesso, si rende necessaria per riparare i legamenti lesionati o allungati in modo che possano mantenere la spalla in sede. Durante l'intervento di stabilizzazione artroscopica suture ed ancorette vengono utilizzate per riattaccare i legamenti ed i tendini lesionati all’osso”.

Il decorso post-operatorio?

“Dopo l’intervento chirurgico, generalmente, la spalla viene immobilizzata con un tutore. Quando il tutore viene rimosso, di solito dopo 3-4 settimane, vengono iniziati esercizi di Riabilitazione che miglioreranno la mobilità della spalla evitando che si formino cicatrici mentre i legamenti riparati guariscono.

Esercizi di rinforzo muscolare verranno gradualmente inseriti nel programma di riabilitazione per poter ritornare ad un normale livello di attività”.

Che cos’è la cuffia dei rotatori e quali tendini si lesionano maggiormente?

“La cuffia dei rotatori è un gruppo di quattro muscoli che si fondono in un unico tendine e formano una copertura sopra la testa dell’omero. La cuffia dei rotatori mantiene l’omero attaccato alla scapola e lo aiuta a sollevare ed a ruotare il braccio. Quando uno o più tendini della cuffia dei rotatori si rompono non sono più completamente attaccati alla testa dell’omero. La maggior parte delle lesioni coinvolge il tendine del muscolo sovraspinato, ma possono essere coinvolte anche altre parti della cuffia dei rotatori. In molti casi il tendine lesionato è inizialmente logorato, se la lesione progredisce, si arriva alla rottura completa, che spesso avviene sollevando un oggetto pesante”.

Quali sono i sintomi della lesione della cuffia dei rotatori?

I sintomi più comuni di una rottura della cuffia dei rotatori possono includere dolore a riposo e durante la notte, particolarmente se si dorme sulla spalla coinvolta, dolore quando si solleva e si abbassa il braccio, e debolezza sollevando o ruotando il braccio. La rottura della cuffia dei rotatori è causa frequente di dolore e di limitazione della spalla. Questo significa che molte attività quotidiane, come pettinarsi o vestirsi, potrebbero essere dolorose e difficoltose da svolgere.

Durante la visita ortopedica, il medico, controllerà le aree dove è localizzato il dolore, misurerà la mobilità della spalla muovendola in diverse direzioni e controllerà la forza del braccio. Il medico potrebbe richiedere degli esami per confermare la diagnosi o per identificare eventuali altri disturbi”.

Con quali esami si accerta?

“Le radiografie non fanno vedere i tendini, per cui queste immagini saranno generalmente normali, o dimostreranno un piccolo sperone osseo.

La Risonanza Magnetica e l'Ecografia possono far vedere se la cuffia è rotta, dove è localizzata la rottura, e le dimensioni della lesione. Una Risonanza può anche dare un’idea su quanto recente o datata sia la lesione, mostrando la qualità dei muscoli della cuffia”.

Si deve sempre intervenire chirurgicamente?

“Una rottura della cuffia dei rotatori può aggravarsi col tempo. Il trattamento precoce può evitare che i disturbi peggiorino consentendo un più veloce ritorno alle attività abituali. Gli obiettivi di ogni trattamento sono: ridurre il dolore e ripristinare la funzione della spalla. Ci sono diverse opzioni di trattamento per una rottura della cuffia. Nella scelta del trattamento più adeguato, il medico, considererà l'età, il livello di attività abituale, lo stato di salute generale e il tipo di rottura.

In molti casi il dolore può essere risolto e si può migliorare la funzione della spalla con un trattamento non chirurgico. La forza della spalla, tuttavia, generalmente non migliora senza trattamento chirurgico.

Le opzioni di trattamento non chirurgico comprendono il riposo, modifiche delle attività, farmaci anti- infiammatori, esercizi di rinforzo e fisioterapia, infiltrazioni di cortisone. La riparazione chirurgica consiste nel "riattaccare" i tendini della cuffia sulla testa dell’omero.  Durante la procedura di riparazione artroscopica, il chirurgo, posiziona delle microviti o ancorette pre-armate con dei fili di sutura che, una volta annodati, trascinano il tendine lesionato fino alla sua sede di inserzione anatomica e ne consentono la guarigione”.

Quali sono le fasi del programma riabilitativo?

“Dopo l’intervento si procede per gradi con la Riabilitazione. All’inizio, la riparazione necessita di protezione fino a che il tendine guarisce. Per evitare che il braccio si muova, generalmente, viene portato un tutore per le prime 3-6 settimane. Il periodo in cui va indossato il tutore dipende dalla complessità della lesione. Dal momento che il chirurgo decide che il braccio e la spalla possono essere mobilizzati con sicurezza, un fisioterapista inizierà ad eseguire movimenti passivi per recuperarne la mobilità. La mobilizzazione passiva può essere intrapresa nelle prime 4-6 settimane dopo l’intervento.

Dopo le prime 4-6 settimane possono iniziare gli esercizi di mobilizzazione attiva per recuperare la forza ed il controllo della spalla. Il recupero completo potrebbe richiedere diversi mesi. La maggior parte dei pazienti recupera un grado soddisfacente di mobilizzazione e di forza 4-6 mesi dopo l’intervento. Nonostante sia un processo lento, l'impegno nella riabilitazione è la chiave per un risultato di successo”. 

Quali sono i vantaggi dell’artroscopia per queste due patologie e in generale?

“I vantaggi della chirurgia artroscopica sono:
  • riduzione delle perdite ematiche
  • conservazione delle strutture anatomiche
  • post-operatorio meno doloroso e con minor complicanze
  • ripresa più rapida delle attività quotidiane e lavorative ovviamente compatibilmente con il quadro clinico”.

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