Il reparto di Ortopedia di
Clinica Santa Caterina da Siena ha un focus principale su chirurgia protesica e traumatologia dello sport. Il
dott. Stefano Carando elenca le principali ragioni per cui si ricorre all’
Unità Funzionale di Ortopedia e Traumatologia.
L’evoluzione della traumatologia dello sport
La traumatologia dello sport è una specialità nata negli anni 80 negli Stati Uniti, oggi vengono utilizzati endoscopi a fibre ottiche che consentono di
ridurre le incisioni chirurgiche permettendo di visualizzare le articolazioni con approccio mininvasivo. Questo permette di recuperare più velocemente dal punto di vista sportivo e tornare a praticare attività quotidiana. Ciò è rivolto sia agli atleti che vogliono continuare a fare attività sportiva in età più avanzata sia pazienti giovani che praticano attività sportive – competitive e non – quando l’approccio conservativo si sia rivelato inefficace.
La chirurgia protesica legata alle malattie degenerative
Nell’ambito della chirurgia protesica, i distretti più interessati sono quelli dell'anca, del ginocchio e della spalla. I trattamenti consistono nell’impianto di articolazioni meccaniche che sostituiscono la cartilagine degenerata. Per ragioni anagrafiche o post traumatiche, con il minimo impatto chirurgico. Applichiamo, inoltre, programmi di riabilitazione estremamente rapida con la possibilità di mobilizzare il paziente entro la giornata dell’intervento, farlo deambulare il giorno successivo e dimetterlo nel giro di un paio di giorni. Ciò permette un recupero più rapido, il miglioramento del cosiddetto “activity daily living”, e un ritorno all'attività sportiva e alla vita normale in maniera più efficace, senza dolore e con un carico meccanico ripristinato.
Qual è la protesi giusta per uno sportivo?
La risposta non è univoca: non esiste infatti una protesi che vada bene per tutti. Piuttosto, il chirurgo deve saper scegliere di volta in volta quella più adatta a ogni singolo paziente. Sicuramente oggi grazie alle innovazioni nell’ambito delle procedure chirurgiche e dei dispositivi protesici è possibile non solo eliminare il dolore e migliorare la qualità di vita, ma anche raggiungere un recupero funzionale dell’articolazione tale da consentire un certo grado di attività fisica e sportiva, superando i limiti precedentemente imposti dall’osteoartrosi.
Tuttavia, un livello elevato di attività fisica aumenta il rischio di stress e usura tra le componenti protesiche e l’interfaccia protesi-osso, determinando nel peggiore dei casi l’instabilità e una mobilizzazione precoce della protesi stessa. ? dunque di cruciale importanza scegliere la protesi più adatta caso per caso, in relazione non solo alla qualità ossea e alla conformazione anatomica del paziente, ma anche alle sue richieste funzionali e al tipo di attività sportiva che pratica e vorrebbe tornare a praticare. La scelta deve essere condivisa con il paziente, che va messo a conoscenza dei vantaggi e dei limiti di ciascuna opzione.
L’importanza della riabilitazione
Dopo un intervento di chirurgia protesica, indipendentemente dal tipo di protesi impiantata, ai fini di un pieno e rapido recupero della funzionalità articolare e per tornare a praticare sport, un ruolo cruciale è giocato dal percorso di riabilitazione postoperatoria. ? fondamentale che il paziente si impegni costantemente nel percorso riabilitativo e collabori appieno con il fisioterapista seguendone le indicazioni, l’attività sportiva infatti potrà dare i suoi maggiori benefici soltanto se verrà reinserita gradualmente, dopo un corretto percorso riabilitativo e attraverso un cauto e progressivo riavvicinamento alla pratica sportiva stessa.