Il cuore è tecnicamente un muscolo ma è soprattutto un organo speciale, a volte molto fragile, in quanto può risentire di emozioni forti o di stati d’animo particolarmente intensi. Il cuore può essere infatti condizionato e danneggiato da un evento doloroso, come un lutto, da uno spavento o, al contrario, da una gioia improvvisa.
La scienza ha dimostrato oggi che c’è uno stato psico-fisico che più di altri può fare male al cuore e provocare addirittura ictus e infarti: la rabbia. Stando ad uno studio condotto dai ricercatori della McMaster University di Hamilton, in Ontario, che hanno preso in esame 12mila pazienti affetti da attacco cardiaco in contemporanea a condizioni emotive negative, la collera intensa fa aumentare il rischio di infarto fino a 9 volte nelle ore immediatamente successive.
I ricercatori hanno analizzato cosa stavano facendo e cosa stavano provando i pazienti nell’ora precedente l’infarto e 24 ore prima, rilevando che il 14,4 per cento dei pazienti invece aveva avuto un attacco di ira, di tristezza o era emotivamente sconvolto nell’ora precedente l’infarto e il 9,9 per cento aveva vissuto gli stessi sentimenti il giorno precedente.
Ecco cosa accade al cuore quando ci arrabbiamo: la pressione arteriosa si alza, la frequenza cardiaca aumenta e le coronarie tendono a stringersi. In queste condizioni è più facile che placche aterosclerotiche si distacchino dai vasi, formando dei trombi, responsabili di ictus e infarti. Il cuore può subire in questi casi uno shock, chiamato cardiomiopatia Tako-Tsubo (CT o Takotsubo), ossia la sindrome da cuore spezzato che si ritiene influisca per il 2% di tutti gli attacchi di cuore che si verificano ogni anno.
Oltre alla rabbia, ci sono altre situazioni rischiose per il cuore, come le pressioni sul lavoro che fanno crescere di ben 6 volte il rischio di aritmie e infarti, l’ eccitazione per una partita di calcio allo stadio e perfino le elezioni che possono compromettere la salute del cuore tra gli appassionati di politica. Sono tutti stress emotivi acuti che provocano un incremento veloce del cortisolo, l’ormone dello stress che favorisce la rottura di placche e può causare aritmie. Più un evento o un’emozione sono inattesi e intensi, più è probabile che il sistema cardiovascolare non riesca a compensare lo squilibrio che provocano.
Cardiopatici e persone particolarmente inclini al nervosismo rischiano più di altri di subire un attacco di cuore. Per scongiurare problemi al cuore è quindi, fondamentale riuscire a controllare i propri stati d’animo senza dimenticare che esistono altri fattori di rischio quali la pressione sanguigna, l’obesità o un regime dietetico scorretto, che vanno tenuti sotto costante controllo medico.