Primus Forlì Medical Center / 16 novembre 2020

La sindrome del tunnel carpale: sintomi, diagnosi, intervento

La sindrome del tunnel carpale: sintomi, diagnosi, intervento
? una delle patologie più diffuse: la (STC) si deve alla compressione del nervo mediano, che dall'avambraccio scende alla mano attraverso il canale noto proprio come tunnel carpale. In questo canale, la cui struttura lo rende rigido e inestensibile, scorre il nervo mediano, responsabile della sensibilità delle prime tre dita e della vicina metà del quarto dito, nonché della motilità di alcuni muscoli che consentono l'opposizione del pollice. Scorrono nel tunnel anche nove tendini: se lo spazio disponibile per questi tendini diminuisce, il primo a risentirne è il nervo mediano. Presso e in particolare con l’intervento del Dott. Umberto Donati è possibile affrontare questa patologia. 

Le cause della sindrome del tunnel carpale e chi colpisce

La riduzione di spazio può avvenire perché aumenta il volume del contenuto, per esempio se aumentano le dimensioni della membrana sinoviale che avvolge i tendini flessori, oppure perché diminuisce il diametro del canale, in seguito a frattura o a lussazione del polso. Determinare una causa precisa non è semplice. Più colpite sono le donne in gravidanza, poiché la temporanea ritenzione di liquidi provoca l'aumento di volume dei tendini flessori e in genere i sintomi regrediscono dopo il parto. Ma vi sono altre categorie interessate da questa patologia:
  • donne in menopausa iniziale
  • lavoratori che compiono movimenti ripetuti delle dita e della mano
  • lavoratori che utilizzano regolarmente martelli pneumatici o strumenti vibranti
  • chi utilizza costantemente il computer
  • i soggetti che hanno subito una frattura del polso, ridotta e immobilizzata in apparecchio gessato 
  • i pazienti con artrite reumatoide, patologie a carico della tiroide, gotta, in cui aumenta lo spessore della membrana sinoviale 

I sintomi della sindrome del tunnel carpale 

I primi sintomi sono parestesie (bruciore, formicolio, sensazione di scossa elettrica) e dolore alle prime 3-4 dita della mano. Spesso il dolore si irradia all'avambraccio, talvolta fino alla spalla. Questi disturbi compaiono in genere di notte. In fase successiva, la perdita di sensibilità, le parestesie e il dolore compaiono anche durante il giorno, durante le normali attività quotidiane o lavorative, e in alcuni casi il paziente trova difficoltoso trattenere oggetti fra le mani. In fase ancor più avanzata possono manifestarsi perdita totale della sensibilità, diminuzione del dolore e riduzione della forza della mano con atrofia tenare, cioè l’appiattimento della muscolatura alla base del pollice. Più raramente i sintomi coinvolgono entrambe le mani, soprattutto quando le cause sono la gravidanza, la menopausa o le patologie sistemiche citate sopra. Alcuni accorgimenti possono ridurre il rischio di sviluppare la sindrome del tunnel carpale o attenuare i disturbi:
  • ridurre la forza e la presa, per esempio usando strumenti con una impugnatura più larga 
  • tenere allineati polso e avambraccio con appositi sostegni nell’utilizzare la tastiera e il mouse
  • interrompere l’attività predisponente con brevi intervalli durante i quali compierne altre 
  • modificare lo svolgimento delle attività manuali
  • adottare un tutore in estensione per mantenere fermo il polso durante la notte 
  • tenere al caldo le mani e i polsi
  • limitare l’uso dello smartphone, o almeno le posture sbagliate nell’uso della tastiera

Come si diagnostica

La descrizione dei disturbi e alcune manovre specifiche eseguite dallo specialista durante la visita sono alla base della diagnosi. Lo specialista aumenta la compressione del nervo e quindi provoca l’insorgere dei sintomi nel giro di pochi secondi. ? indispensabile poi la conferma attraverso Elettromiografia (EMG), con la quale si registra l'attività dei muscoli e dei nervi: se si è in presenza di STC, la velocità di conduzione risulta normale fino al polso ma rallentata dal polso all'indice.

Quando si deve intervenire e come si svolge l’operazione?

Se la patologia si trova nella sua fase iniziale, si possono somministrare farmaci antinfiammatori, integratori mirati, terapie fisiche (TENS, Laser, ecc.) e terapie manuali che possono diminuire almeno temporaneamente l'infiammazione. Dato che alla base c’è un conflitto meccanico, questo trattamento conservativo potrebbe non ridurre i sintomi. Si deve quindi ricorrere al trattamento chirurgico, che ha lo scopo di decomprimere il nervo. Si seziona il legamento trasverso del carpo attraverso una mini-incisione longitudinale alla base del palmo, in anestesia loco-regionale e in regime di day surgery

Il decorso postoperatorio e le possibili complicazioni

Dopo l'intervento si applica un palmare per 7 giorni e il paziente deve mobilizzare da subito le dita, per evitare la formazione di aderenze. La mano può essere utilizzata per le attività quotidiane 7/8 giorni dopo l'intervento, con maggior libertà dopo 12-14 giorni, una volta rimossa la sutura della ferita chirurgica. La decompressione del nervo, se eseguita precocemente, risolve le parestesie notturne e i dolori notturni scompaiono velocemente. Il completo recupero della mano richiede 1-2 mesi in quanto legato alla sensibilità della cicatrice e al graduale recupero della forza. Se la compressione del nervo è di vecchia data o se sono presenti eventuali neuropatie associate, come il diabete, il danno neurologico può richiedere alcuni mesi per migliorare. In tali casi più gravi, i disturbi potrebbero non risolversi del tutto. ? inoltre rara ma possibile la recidiva, soprattutto per fenomeni cicatriziali. Fra le possibili complicazioni, oltre al rischio di infezione comune a qualsiasi intervento, possono esservi una cicatrice dolorosa e, anche se estremamente rara, la possibilità di una lesione nervosa durante l’operazione. 

A chi rivolgersi?

Trattandosi di una patologia che coinvolge un’area complessa e delicata, è consigliabile scegliere di affidarsi a strutture specializzate che si distinguono per competenze e tecnologie all’avanguardia. Presso Primus Forlì Medical Center è possibile sottoporsi a Elettromiografia e contare sulla lunga esperienza del Dott. Umberto Donati, che non solo visita il paziente, ma esegue l’intervento chirurgico e lo segue anche nel trattamento postoperatorio

Per prenotazioni e informazioni telefonare al numero 0543 804311 oppure scrivici tramite questo form

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