La neuroradiologia si occupa della diagnosi e del trattamento mininvasivo delle patologie del sistema nervoso e del rachide, oltre che dei sistemi a essi collegati. Con l’avvento di metodologie di indagine come TC prima e Risonanza Magnetica poi, la neuroradiologia ha subito un forte incremento, e si profilano nuove applicazioni nel futuro della diagnostica.
Ne abbiamo parlato con il
Dott. Cosma Andreula,
Specialista in Radiologia e Diagnostica per Immagini presso Ospedale Santa Maria, a Bari.
Cos’è la Neuroradiologia
La neuroradiologia è una scienza antica e moderna, che studia la possibilità - da parte della diagnostica per immagini - di indagare la localizzazione delle lesioni di sintomi neurologici.
Con l’avvento di TC e RM, la neuroradiologia ha avuto un notevole slancio, specialmente per la possibilità di individuare con la Risonanza le funzioni del cervello.
Tra le ultime applicazioni, c’è lo studio della comparsa di problematiche collegate al comportamento, quelli chiamati
disturbi neurocognitivi o demenze. In questo caso, è fondamentale l’impiego della RM, che consente di approfondire tutte le zone coinvolte nel processo della memoria per individuare eventuali alterazioni patologiche del circuito impegnato nel processo.
La neuroradiologia può occuparsi anche di patologie più “comuni”,
come cefalea o emicrania, nelle quali l’aggiunta alla Risonanza Magnetica con lo studio del sistema vascolare può servire a definire la comparsa o la presenza di
eventuali patologie vascolari come l’aneurisma o gli angiomi cerebrali.
Anche nella diagnosi delle
lesioni vascolari ischemiche, che possono comparire specialmente in età avanzata, la RM svolge una funzione fondamentale, permettendo di evidenziare rapidamente la sofferenza del tessuto nervoso e, quindi, in base al caso, di procedere alla disostruzione dei vasi occlusi.
La neuroradiologia si occupa, poi, delle indagini che riguardano tutti campi delle sensazioni, le patologie dell’orbita, dell’orecchio, dei nervi cranici, delle sofferenze del trigemino. Tuttavia,
studia non solo il cervello, ma anche il midollo.
La RM è l’unica indagine in grado di individuare una patologia midollare (di tipo malformativo, infiammatorio, infettivo o tumorale).
Le applicazioni future della Risonanza Magnetica
Le future applicazioni della RM risiedono in pratiche già attuali, che devono essere approfondite in base alle continue innovazioni tecnologiche. Molto interesse, per esempio, desta la
Risonanza Magnetica Funzionale.
La RMF è un’applicazione più sofisticata della tradizionale Risonanza, che consente di registrare il flusso sanguigno e l’ossigenazione cerebrale nel distretto encefalico, in base a diversi stimoli esterni. Permette di individuare le aree del cervello che partecipano a tutti i comportamenti (al guardare, al sentire, ma anche alle emozioni). Nel futuro sarà possibile scendere sempre di più nel dettaglio delle emozioni, dei ricordi, delle sensazioni, e utilizzare in diversi campi i risultati ottenuti.