Con l’età, la funzione visiva può peggiorare per il deterioramento progressivo di alcune strutture dell’occhio. Tra queste, le più colpite sono il cristallino e la macula, le cui alterazioni portano rispettivamente alla
cataratta e alla
maculopatia senile.
Vediamo quali sono le caratteristiche di queste patologie e come si può intervenire insieme al
Dott.Ugo Cimberle, responsabile dell’Unità funzionale di
Oculistica di
San Pier Damiano Hospital di Faenza, dove si trova la sala operatoria di oculistica del gruppo 色花堂romagnolo. Il Dott. Cimberle ha un’esperienza trentennale nell’ambito delle patologie della cornea e della retina, ed è stato uno dei pionieri della chirurgia refrattiva con laser e della chirurgia della cataratta.
In che cosa consiste la cataratta?
Il cristallino è una piccola lente interna all’occhio che permette di mettere a fuoco le immagini. Con l’età, il cristallino può opacizzarsi, ingiallirsi e indurirsi, un quadro comunemente indicato con il termine cataratta. Quando ciò accade, la funzione visiva decade considerevolmente ed è necessario intervenire con un intervento di cataratta.
Come funziona l’intervento di cataratta?
L’intervento di cataratta si avvale di strumenti tecnologici all’avanguardia, basati su microstrumenti e microscopi adatti a intervenire con estrema precisione sul cristallino, che è una struttura di appena 4 mm di spessore.
Durante l’intervento si pratica una
piccolissima incisione (circa 2 mm) per aprire la sottile capsula che riveste il cristallino: in questo modo si può accedere alla lente opacizzata che si trova all’interno. Con l’aiuto di un particolare strumento, il
facoemulsificatore, si frantuma poi il cristallino ormai opaco e indurito e si asportano tutti i frammenti, lasciando solo la capsula esterna.
Si procede quindi con l’
impianto del cristallino artificiale, un’operazione che richiede grande precisione: il cristallino artificiale viene inserito arrotolato su se stesso attraverso la piccola incisione già eseguita a inizio intervento; una volta all’interno, il cristallino si srotola e acquisisce la posizione distesa all’interno della capsula.
In base alle necessità del paziente, con questo intervento si possono inoltre correggere i difetti rifrattivi (come l’astigmatismo) oppure si possono impiantare cristallini che, entro certi limiti, permettono la messa a fuoco sia da vicino sia da lontano, correggendo così la presbiopia.
Nel complesso, questo tipo di intervento di cataratta ha diversi
vantaggi:
- permette di ripristinare nei pazienti una visione di alto livello;
- si eseguono incisioni piccolissime, che non richiedono punti di sutura e si saldano da sole;
- non è doloroso ed è ben tollerato dai pazienti, grazie a poche gocce di collirio anestetico instillate direttamente nell’occhio.
Che cos’è la maculopatia?
Con l’età possono comparire anche
maculopatie senili, patologie che colpiscono la macula, una zona circoscritta della retina in cui si focalizzano le immagini. Nella macula si trova un numero enorme di recettori, che convertono il segnale luminoso in un segnale elettrico da inviare al cervello: si tratta quindi di una zona fondamentale per la visione e qualsiasi alterazione della macula porta a importanti difetti visivi, soprattutto per le azioni che richiedono una grande precisione nell’interpretazione dei dettagli, come la lettura e la scrittura.
Nonostante esistano diverse forme di maculopatia - come le
maculopatie dovute a diabete, miopie e alterazioni vascolari - la maculopatia senile è la forma più comune, di cui in Italia si registrano più di un milione di casi ogni anno. Questa patologia potrebbe avere una base ereditaria, ma per prevenirla è importante evitare il fumo, seguire un’alimentazione corretta, svolgere regolare attività fisica e proteggere gli occhi con occhiali da sole adatti.
Come si diagnostica e si cura la maculopatia?
Le maculopatie possono essere diagnosticate mediante l’
esame OCT o tomografia ottica computerizzata. Questo esame viene condotto con strumentazioni molto complesse e raffinate che analizzano in modo non invasivo la retina. In caso di alterazioni, l’OCT permette di ipotizzare l’evoluzione della malattia e di decidere l’approccio terapeutico più adatto.
La terapia dipende dal tipo di maculopatia. A questo proposito è importante distinguere tra
due tipi di maculopatia:
- maculopatia secca, in cui le alterazioni della macula sono legate a fenomeni ischemici, cioè alla mancata ossigenazione della retina;
- maculopatia umida (o essudativa), in cui le lesioni della retina causano una crescita anomala di capillari, da cui fuoriescono sangue e liquidi che portano alla formazione di edemi.
Per la maculopatia secca non esistono oggi terapie risolutive, ma la degenerazione può essere rallentata da un’alimentazione ricca di vitamine e antiossidanti. L’evoluzione delle maculopatie umide può invece essere fermata con farmaci specifici, che bloccano la crescita di nuovi capillari a livello della retina e fanno regredire le lesioni.
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Dott. Cimberle ospite a Teleromagna ci parla di cataratta e maculopatia