La
scoliosi è una patologia caratterizzata dalla
deviazione laterale della colonna vertebrale. In alcuni casi, alla deviazione laterale delle vertebre che formano la colonna, si aggiunge anche la loro torsione. Quando la torsione interessa la regione dorsale del corpo, può provocare un’alterazione anatomica delle costole con conseguente comparsa di gibbosità, ossia metà della schiena appare più alta dell’altra.
La scoliosi colpisce circa il e la sua incidenza è
maggiore tra il sesso femminile. ? una patologia tipica dell’età dello sviluppo e tende ad aggravarsi nei periodi in cui la crescita è più rapida, in particolare tra i 12 e i 15 anni. Nell’80% dei casi la
scoliosi è idiopatica (ossia la sua causa è sconosciuta) e la sua diagnosi
avviene durante l’adolescenza, anche se altre forme più rare e per lo più congenite possono manifestarsi sin dalla nascita.
Si tratta di una
patologia insidiosa, che può manifestarsi senza sintomi evidenti e tende a peggiorare con il decorso del tempo.
Senza un trattamento adeguato e tempestivo, in cui gioca un ruolo determinante la
diagnosi precoce, le potenziali complicazioni che ne derivano vanno dalla deformità del tronco,
alla compromissione della normale funzionalità respiratoria o cardiaca.
Come viene diagnosticata la scoliosi
La scoliosi viene diagnosticata con un esame obiettivo del paziente e lo studio dei suoi esami radiografici, rx della colonna, TAC e risonanza magnetica.
Durante l’esame il medico può chiedere al paziente di compiere, mantenendo le gambe leggermente divaricate, una flessione lenta in avanti del busto a braccia tese, così da verificare se un lato della gabbia toracica è più prominente dell’altro.
L’esecuzione di questo esercizio, conosciuto anche con il nome di
“forward bending test”, consente allo specialista, che può essere anche il pediatra o il medico di base per gli adolescenti, di distinguere un atteggiamento scoliotico da una forma di scoliosi vera e propria. Se si tratta di atteggiamento scoliotico le vertebre si allineeranno e il dorso apparirà di nuovo simmetrico, se invece si tratta di scoliosi la deviazione della colonna sarà più evidente e si noterà anche la presenza di un gibbo. Si tratta di un semplice
test di screening iniziale che consente di rilevare la presenza di un problema che va approfondito con lo specialista.
In caso di sospetta scoliosi,
la conferma della diagnosi viene fatta dalla specialista con il metodo Cobb, che consente di valutarne anche la gravità. Una diagnosi positiva di scoliosi viene fatta sulla base di una deviazione della colonna vertebrale, misurata su una radiografia anteriore-posteriore, maggiore di 10°.
Le deviazioni superiori a 45°-50° sono considerate gravi e spesso richiedono la correzione con un intervento chirurgico. Angoli di Cobb minori di 10° indicano scoliosi di forma lieve che non necessitano di un particolare intervento e che vanno comunque monitorate nel tempo.
Età in cui si manifesta la scoliosi e quali sono le cause
La scoliosi può manifestarsi in qualunque momento della vita del paziente e a seconda dell’età di insorgenza è possibile distinguerla in infantile (da 0 a 3 anni), giovanile (da 3 a 10 anni) e dell’adolescente (dagli 11 anni fino alla maturità scheletrica).
La causa della scoliosi non è sempre conosciuta e in questi casi si parla di scoliosi idiopatica. Altre volte la scoliosi può essere congenita, se dipende da un’alterazione nello sviluppo delle vertebre del nascituro, o secondaria, se si manifesta come conseguenza di altre patologie.
Ci sono bambini che nascono già con la scoliosi e altri che la sviluppano più tardi, anche se è più frequente durante la pubertà.
La scoliosi infantile è più aggressiva e tende a peggiorare rapidamente. Per questo motivo è importante intervenire in maniera tempestiva e impedire un suo aggravamento.
Come si cura la scoliosi
Il
trattamento della scoliosi dev’essere quanto più personalizzato possibile e viene deciso dallo specialista solo dopo aver valutato:
- le condizioni cliniche del paziente
- la gravità della deviazione della colonna e le sue possibilità di peggioramento
- se la colonna è ancora in fase di sviluppo
- l’impatto della scoliosi sullo stile di vita del paziente
In alcuni casi può rivelarsi opportuno ricorrere a un trattamento di tipo conservativo, con busti ortopedici e sedute di fisioterapia, altre volte invece è necessario intervenire con la chirurgia. Si ricorre all’intervento chirurgico per correggere le forme di scoliosi più gravi e aggressive.
Oggi grazie all’utilizzo di
sistemi quali VEPTR e GROWING ROD, che permettono lo sviluppo della colonna vertebrale ed evitano al tempo stesso la progressione della curva scoliotica, è possibile intervenire chirurgicamente anche su bambini molto piccoli.
La differenza tra i sistemi VEPTR e GROWING ROD
Il, indicato per il trattamento
della scoliosi toracica congenita, prevede l’utilizzo di una speciale
protesi costale in titanio allungabile, che consente di espandere il tratto toracico della colonna e di correggerne la deviazione senza inibirne lo sviluppo. Questo approccio chirurgico non è invasivo per il piccolo paziente e i miglioramenti che ne derivano vengono mantenuti per tutto il periodo della crescita.
Il sistema
GROWING ROD è un trattamento chirurgico non invasivo indicato per i bambini con scoliosi a esordio precoce e prevede l
’utilizzo di speciali barre allungabili che vengono poste all’esterno del segmento della colonna vertebrale in cui è presente la deviazione. Ogni barra viene allungata periodicamente ogni 6-8 mesi. L’intervento consente un controllo ottimale sulla progressione della curva scoliotica e un miglioramento della sua gravità.
Per prenotare una visita medica per la diagnosi della scoliosi è possibile telefonare a Maria Cecilia Hospital allo 0545.217111 oppure compilare il form di contatto