Come riportato durante il congresso internazionale Sleep Apnea & Sleep Disorders 2023, la
sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota con l’acronimo OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), interessa circa 5 milioni di italiani, ma solo il 5% dei pazienti ha ricevuto una diagnosi ed è stato avviato a un percorso terapeutico.
Si tratta di una patologia
caratterizzata da un sonno con un respiro intervallato da interruzioni (apnee): chi ne è affetto russa e, saltuariamente, blocca il respiro. Queste interruzioni provocano una riduzione dell’apporto di ossigeno e possono portare a una serie di problematiche, anche gravi, per la salute; fondamentale è la diagnosi precoce. Ne abbiamo parlato con il
dott. Cesare Arezzo,
pneumologo presso
Villa Lucia Hospital a Conversano, Bari.
I sintomi
La patologia non è di facile diagnosi: generalmente il paziente che soffre di apnee notturne non se ne rende quasi mai conto; è chi dorme accanto a lui, compagni, coniugi o parenti, ad accorgersi del suo russare e, soprattutto, dell’interruzione del suo respiro.
La sintomatologia è quasi sempre molto sfumata. A volte, ma non nella totalità dei casi, sono presenti una “strana”
sonnolenza e una facile
补蹿蹿补迟颈肠补产颈濒颈迟à durante il giorno. Il cervello sa che possono verificarsi delle pause del respiro e non dorme un sonno ristoratore; subisce i cosiddetti “micro risvegli” (di cui il soggetto non si accorge) che non gli consentono di riposare tranquillamente. Per questo, di giorno cerca di recuperare il sonno.
Le conseguenze
La sonnolenza che deriva dal mancato riposo può portare, oltre a una
riduzione della qualità di vita, anche a danni indiretti, basti pensare per esempio a un
incidente di auto o lavorativo causato da un colpo di sonno.
Le conseguenze di tipo medico sono soprattutto di natura vascolare e riguardano in particolare cuore e cervello:
- cardiopatia ischemica;
- coronaropatia;
- infarto del miocardio;
- fibrillazione atriale recidivante;
- ipertensione arteriosa resistente al trattamento;
- ictus.
Molte sono le specialità mediche che si interfacciano con la sindrome delle apnee notturne, otorinolaringoiatria, neurologia, pediatria, chirurgia bariatrica, odontoiatria, endocrinologia, medicina del lavoro ma, dato che i danni principali riguardano l’apparato cardiovascolare,
è con l’area cardiologica che dovrebbe essere avviato un programma di prevenzione.
La diagnosi
In caso di sospetta OSAS, lo specialista dopo visita e attenta anamnesi consiglia l’esecuzione della
polisonnografia, indagine strumentale non invasiva.
In passato, per questo esame era necessario il ricovero in strutture specializzate, ma oggi grazie alle tecnologie all’avanguardia è possibile utilizzare
apparecchi portatili domiciliari di dimensioni sempre più ridotte, che vengono applicati al paziente la sera al suo domicilio e registrano i dati durante la notte (tra cui il flusso del respiro, la frequenza cardiaca, la saturimetria, i movimenti di gambe e addome, ecc.). Con le informazioni raccolte lo pneumologo può formulare la diagnosi.
I trattamenti
I trattamenti delle apnee notturne sono altamente personalizzati, in quanto dipendono dall’entità della patologia (da lieve a molto severa), dalla presenza di comorbidità, dal tipo e dalle cause delle apnee.
? fondamentale
lavorare molto sull’insieme delle cause e rivolgersi a specialisti del settore, perché i pazienti con Sleep Apnea sono molto diversi tra loro.
Se il paziente è obeso, l’obesità potrebbe essere determinante, ed è necessario dimagrire. O potrebbe essere utile optare per la
chirurgia ORL (palatoplastica o revisione dell’ugola) o
maxilllo facciale (revisione della porzione scheletrica maxillo-mandibolare).
O, ancora, è possibile rivolgersi a un
odontoiatra dedicato che possa applicare un device specifico, un avanzatore mandibolare.
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alcune forme di Sleep Apnea sono posizionali, si verificano cioè soltanto se si dorme supini, potrebbe essere utile riposizionare il paziente durante il sonno. Per farlo si utilizzano piccoli sensori applicati a un collarino o tramite una fascia sul torace, che si azionano ed emettono vibrazioni quando il paziente è supino, per fargli assumere posizione laterale
Il trattamento più efficace, ma
riservato a casi di entità severa, è la
terapia con CPAP. Si tratta di un erogatore di aria compressa che, tramite
mascherine nasali o oronasali, dotate di fasce elastiche per il posizionamento, convogliano l’aria e la spingono nel naso durante la notte.