A
Villa Serena casa di cura privata polispecialistica di Genova è attiva
un’équipe multidisciplinare che segue le pazienti in
un percorso completo di prevenzione, diagnosi e trattamento del tumore al seno.
Nel
Breast Center o Centro di Senologia operano in collaborazione varie figure:
- il Radiologo senologo che con insieme ai tecnici radiologi si occupa della Diagnostica per immagini (Mammografia ed Ecografia, biospia con agoaspirazione a guida ecografica o radiologica)
- l’Anatomo-patologo che segue la diagnosi istologica del materiale bioptico
- il Chirurgo che interviene ove vi sia indicazione all’asportazione chirurgica della eventuale neoplasia
- l’Oncologo che si occupa della chemioterapia, in alternativa o a complemento della terapia chirurgica
- lo Psiconcologo che fornisce il necessario supporto psicologico alla paziente affetta da neoplasia (e se necessario ai suoi familiari) per aiutarla ad affrontare la malattia in tutte le sue fasi
- il Chirurgo plastico che provvede alla ricostruzione della mammella in caso di interventi demolitivi in modo che le conseguenze dell’intervento siano ridotte al minimo dal punto di vista funzionale e anche estetico.
Screening personalizzati ed esami per la diagnosi precoce
Lo screening per le neoplasie della mammella ha lo scopo di individuare le donne che hanno maggiori probabilità di esserne affette; queste possono essere così sottopost e a idonee indagini diagnostiche. In caso di conferma della diagnosi di neoplasia è possibile intervenire precocemente. Grazie alla loro precocità gli interventi sono di solito efficaci (o addirittura preventivi).
Il concetto di screening personalizzato si basa sulla
valutazione delle caratteristiche individuali. Vengono tenuti in considerazione:
- 濒&谤蝉辩耻辞;别迟à, perché in linea generale è dopo i 50 anni che il rischio di tumore può aumentare;
- la familiarità, dato che il rischio della patologia è maggiore quando sono presenti casi di tumore al seno o all’ovaio in altre componenti della famiglia, a volte con mutazione di geni ad alta penetranza;
- la storia riproduttiva perché sull’incidenza gravano la prima mestruazione precoce, prima degli 11 anni, la prima gravidanza tardiva dopo i 30 anni, come pure la menopausa tardiva dopo i 55 anni;
- la densità del seno, parametro importante che va sempre valutato con la Mammografia perché nel seno eterogeneamente denso e uniformemente denso si ha maggior rischio di sviluppare una neoplasia;
- i fattori genetici che possono aumentare o ridurre il rischio di tumore.
Alla valutazione accurata della storia e delle caratteristiche della paziente si uniscono
gli esami di imaging sempre più avanzati utili a d
iagnosticare già in fase precoce l’insorgenza del tumore.
Per la prevenzione e la diagnosi si effettuano:
- Ecografia
- Mammografia digitale 2D e con tomosintesi 3D, per la ricostruzione dell’intera trama del tessuto mammario
- CEM o Mammografia con il mezzo di contrasto
- Risonanza Magnetica
- Core-Biopsy (biopsia microistologica sotto guida ecografica in tutti i reperti sospetti rilevati dall’ecografia)
- VABB (Vacuum Assisted Breast Biopsy - biopsia microistologica, in grado di rilevare lesioni microscopiche anche precancerose o calcificazioni di dimensioni molto piccole non palpabili).
Come si interviene: i trattamenti chirurgici mininvasivi e conservativi della mammella
Lo sviluppo di
metodiche di imaging e di biopsia che permettono di individuare lesioni molto piccole anche non palpabili consentono di effettuare
interventi sempre più conservativi per ottenere un risultato funzionale ed estetico migliore. A questo si uniscono tecniche chirurgiche mininvasive che portano a
un più rapido decorso postoperatorio e tempi di recupero più veloci per la paziente.
Una delle tecniche con cui si interviene ad esempio è
la quadrantectomia, che consente sostanzialmente di salvare la mammella poiché prevede l’asportazione della sola area interessata dal tumore.
Un’ulteriore tecnica di intervento è
la mastectomia con conservazione dell’areola del capezzolo o nipple-sparing mastectomy: in questo caso si procede ad asportare tutta la ghiandola mammaria, lasciando areola e capezzolo.
Entrambe le metodiche chirurgiche richiedono
la biopsia del linfonodo sentinella che si trova nel cavo ascellare ed è il primo a essere interessato in caso di passaggio di cellule tumorali provenienti dal tumore alla mammella.