Molte persone che svolgono un lavoro impiegatizio devono passare circa 8 ore di fronte allo schermo di un computer. Nonostante le pause che scandiscono la giornata lavorativa, la vita sedentaria porta spesso assumere e mantenere una posizione rigida, che nel tempo può predisporre a un problema cronico di mal di schiena e cervicalgia (male al collo).
In questa intervista parliamo di cervicalgia e trattamento manuale osteopatico con il
Dott. Fabio Casacci, specialista di Medicina Fisica e Riabilitativa presso
Ravenna Medical Center e diplomato in Osteopatia presso la scuola OSCE.
In che modo la vita sedentaria è legata alla cervicalgia cronica?
Quando si conduce una vita lavorativa prevalentemente sedentaria, si possono assumere posizioni che, se protratte nel tempo, contribuiscono a modificare le normali curve della nostra colonna vertebrale: in particolare, si può avere
un’inversione della fisiologica lordosi della curva cervicale. Questo, di per sé, non è necessariamente la causa del dolore ma è una condizione che predispone all’insorgenza di
discopatie, come protrusioni, ernie e, con l’avanzare dell’età, anche barre disco-osteofitarie. Queste ultime sono caratterizzate da un callo osseo, cioè una parziale ossificazione che colpisce prevalentemente le vertebre della regione cervicale e che può portare a tensione a livello del trapezio e della muscolatura anteriore del collo: condizioni che, nel tempo, fosso favorire l’insorgenza del dolore e la sua cronicizzazione.
Quali aspetti bisogna valutare in caso di cervicalgia cronica?
Una prima valutazione riguarda la presenza di
cervicobrachialgia, cioè di radicolopatia associata a un dolore all’arto superiore. In questi casi, una risonanza magnetica può essere utile per confermare il sospetto di radicolopatia e valutare se c’è contatto tra il disco vertebrale e una radice dei nervi spinali che emerge dalla colonna e va fino al braccio. In altri casi, l’origine del problema può trovarsi altrove: il male al collo può infatti derivare dalla
zona dorsale (per esempio, per problematiche respiratorie legate alla prolungata vita sedentaria) oppure dall’
articolazione temporo-mandibolare (indicata anche con la sigla ATM). Spesso, soprattutto nei cambi di stagione, si può manifestare una iper-attivazione dei muscoli mandibolari masticatori, che possono ridurre o bloccare la mobilità dell’ATM con conseguente aumento della tensione del rachide cervicale superiore e dolore al collo.
Quali informazioni può fornire l’esame clinico?
Durante la visita, il medico può verificare
quali tecniche e manovre danno maggiore sollievo dal dolore, tenendo in considerazione tutti i fattori che possono favorire il dolore cervicale. Per esempio, in alcuni casi il dolore può dipendere da tensioni che hanno origine dagli organi sottodiaframmatici: in casi simili, se con una tecnica manuale il medico riduce la tensione sul diaframma e il paziente avverte un miglioramento, ci si orienta su tensioni provenienti al di sotto del rachide cervicale. Al contrario, il dolore potrebbe scaturire da tensioni legate all’articolazione temporo-mandibolare, specie se all’esame clinico i muscoli masticatori (interni ed esterni) risultano dolorosi alla palpazione. Se il sollievo dal dolore si osserva in seguito a un breve trattamento dei muscoli masticatori, il trattamento sarà orientato all’articolazione temporo-mandibolare.
In che cosa consiste il trattamento?
Anche nei casi di cervicalgia, cioè di un disturbo localizzato in una parte precisa del corpo, il trattamento manuale osteopatico ha l’obiettivo di
valutare l’organismo nel suo complesso, mettendo in luce tutte le tensioni, anche quelle che possono provenire da zone diverse da quella cervicale. Per questo, il trattamento manuale osteopatico usa tecniche che agiscono a
livello articolare, viscerale, cranio-sacrale oltre che sull’ATM. Questo approccio permette di valutare quale “sfera” è maggiormente implicata nella genesi del disturbo. Il trattamento osteopatico in genere si svolge nell’arco di 3-4 sedute, a intervalli variabili (di una o due settimane, a seconda del bisogno).
L’obiettivo primario è quello di diminuire la sensazione di dolore e di ridurre la necessità di terapie farmacologiche antidolorifiche. Se il paziente non trova un beneficio che duri almeno qualche settimana a seguito del ciclo osteopatico, allora è importante prendere in considerazione anche altre strade: per esempio, nel caso di tensione causata dall’ATM che si ripresenta ogni mattino al risveglio, è consigliabile chiedere il supporto di un ortodontista per valutare la necessità di indossare un bite.
Un caso particolare riguarda i pazienti con
cervicalgia associata alle vertigini e ai giramenti di testa: in questi casi il trattamento manuale può essere di aiuto nell’alleviare il dolore e diminuire l’intensità delle vertigini, ma è sempre indispensabile verificare, mediante una visita specialistica dall’otorinolaringoiatra, che non sia presente un disturbo vestibologico primario.