A tutti può capitare, saltuariamente, di russare: di per sé, il russamento non è un fenomeno che deve allarmare, ma se si verifica molto di frequente può valere la pena verificarne l’origine. Talvolta, il russamento può essere associato a problematiche di salute meno evidenti, ma che nel tempo possono causare alterazioni multisistemiche, cioè che riguardano tutto l’organismo. La più importante di queste condizioni è la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, chiamata anche
OSAS (da Obstructive Sleep Apnea Syndrome).
In questa intervista il
Dott. Giulio Filograna Pignatelli, otorinolaringoiatra di Ravenna Medical Center, ci parla di russamento e OSAS, e di che cosa si può fare nei casi che richiedono attenzione clinica.
Qual è la differenza tra russamento e apnee ostruttive del sonno?
Il russamento è semplicemente il rumore provocato dalla vibrazione di alcune parti delle vie aeree superiori (in particolare il palato molle, l’ipofaringe, la base della lingua e l’epiglottide), che durante il sonno generano un rumore caratteristico.
In alcuni casi, il russamento può però associarsi anche ad apnee ostruttive del sonno, perché le stesse strutture che vibrano durante il russamento possono subire un vero e proprio “collasso” che è responsabile - oltre che del caratteristico rumore - anche dell’interruzione della respirazione.
Durante il sonno, la respirazione delle persone con OSAS subisce pause intermittenti dovute all’ostruzione delle prime vie aeree. Queste pause - che durano, a seconda dei casi, da 10 secondi fino a 1 minuto - alterano l’efficienza respiratoria e riducono la concentrazione di ossigeno nel sangue.
Oltre alle apnee notturne, nel tempo la sindrome OSAS può portare ad altre problematiche che riguardano tutto l’organismo anche durante il giorno. I sintomi diurni più caratteristici sono l’eccessiva sonnolenza, stanchezza e affaticabilità, carenza di attenzione. A questi sintomi si aggiungono condizioni più complesse come l’ipertensione arteriosa, aumentato rischio di infarto e ictus, e condizioni metaboliche come il diabete e l’obesità.
Con quali esami si possono studiare e diagnosticare le apnee ostruttive del sonno?
Per inquadrare dal punto di vista clinico un’apnea ostruttiva è importante non solo valutarne la durata ma anche la gravità. Questo può essere fatto con esami specifici, il più importante dei quali è la
polisonnografia che consente di monitorare vari fenomeni, come l’espansione del torace e dell’addome durante il sonno, la respirazione orale e quella nasale, la concentrazione dell’ossigeno nel sangue e la posizione generale del corpo durante il sonno.
La valutazione di questi parametri p
ermette di calcolare l’indice apnea-ipoapnea, grazie al quale è possibile stabilire la gravità della condizione (lieve-moderata, moderata-severa, severa).
Un altro
esame utile per la diagnosi di OSAS è la sleep endoscopy, un esame eseguito in endoscopia mentre nel paziente viene indotto un sonno parafisiologico. In questo modo è possibile valutare con precisione il sito ostruttivo in cui si verifica il collasso delle vie aeree durante il sonno e per escludere eventuali altre patologie.
Quali sono i trattamenti possibili in caso di OSAS?
Il trattamento d’elezione per le OSAS è la terapia ventilatoria con CPAP: durante il sonno, la persona indossa una maschera facciale a tenuta, collegata a un ventilatore a pressione positiva continua che immette aria nelle vie aeree, vincendo il collasso delle vie aeree.
Un’altra possibilità terapeutica è data dall’uso di dispositivi intraorali che vengono progettati da odontoiatri qualificati in questo tipo di patologia. Questi dispositivi consentono, in casi selezionati, di risolvere sia il problema del russamento sia le apnee di grado lieve-moderato.
Da considerare è anche la terapia posizionale, in particolare per le apnee posizionali, cioè quelle che si verificano soprattutto in posizione di decubito supino durante il sonno. La terapia posizionale può prevedere sia una terapia comportamentale (per esempio, indicando alla persona di evitare di dormire in posizione supina) sia l’uso di sensori posizionali che vengono indossati dalla persona durante la notte e che trasmettono impulsi vibratori ogni volta che la persona assume la posizione supina.
In che cosa consiste la chirurgia per russamento e OSAS?
In casi selezionati, il trattamento del russamento e delle OSAS può richiedere un intervento chirurgico, indirizzato verso le strutture delle vie aeree che vanno incontro a collasso durante il sonno e sono responsabili delle apnee notturne.
Le persone indirizzate verso un approccio terapeutico chirurgico seguono un percorso personalizzato e multidisciplinare, che coinvolge non solo l’otorinolaringoiatra e lo pneumologo, ma anche i chirurghi bariatrici (nel caso sia necessario un calo pondarale significativo per il miglioramento dei sintomi) o i chirurghi maxillo-facciali (nel caso siano presenti dismorfismi cranio-facciali).
Russamento e OSAS: qual è il ruolo dei turbinati?
I turbinati sono strutture vascolari spugnose che aiutano fisiologicamente a riscaldare e umidificare l’aria che entra nell’organismo attraverso il naso.
L’ipertrofia dei turbinati è una delle principali cause di difficoltà respiratoria nasale nell’adulto ma di per sé non causa né il russamento né le apnee ostruttive del sonno. In alcuni casi, l’ipertrofia dei turbinati può essere una concausa del russamento, ma la causa primaria rimane il collasso eccessivo del palato molle o altre anomalie, come la lassità dell’epiglottide o l’ipertrofia delle tonsille.
Per questo motivo, per trattare il russamento è importante intervenire innanzitutto a livello orofaringeo e ipofaringeo, e solo in seconda battuta valutare la chirurgia a livello nasale, come la chirurgia dei turbinati e la chirurgia del setto nasale.