In caso di bruxismo notturno, il primo riscontro utile può certamente arrivare da
chi dorme accanto al soggetto che ne soffre. Il rumore prodotto dallo sfregamento, tipicamente metallico e ritmico, è spesso sonoro e riconoscibile. ? inoltre possibile praticare una sorta di auto-osservazione: mettere a contatto i denti delle due arcate davanti a uno specchio e analizzare gli spazi fra esse. Se non sono presenti, è possibile che si sia verificata un’usura dovuta proprio al bruxismo. In seguito, è bene che il paziente ricorra al parere di un
medico odontoiatra, che potrà studiare la sensibilità muscolare della mascella e la superficie dei denti ed eventualmente riconoscere le “faccette di usura”, ovvero le tracce di sfregamento.
Data la variabilità delle singole situazioni, essenziale per la diagnosi corretta e la determinazione del giusto trattamento è sempre l’intervento di
un medico specialista, o ancora meglio
di un’équipe multidisciplinare supportata dagli strumenti diagnostici più efficaci. Se ad esempio il bruxismo è associato a una patologia neurologica, deve rigorosamente essere coinvolto anche un neurologo. In alcuni casi, l’odontoiatra può inoltre approfondire la situazione ricorrendo a una
radiografia ortopanoramica o alla polisonnografia, in cui si valutano le modalità di riposo notturno.