Se è vero che in assenza di altre patologie si tratta spesso di episodi isolati e benigni, vi sono alcuni segnali d’allarme a cui è bene prestare attenzione:
- perdita di coscienza sotto sforzo
- molti svenimenti nell’arco di breve tempo
- assenza di sintomi di avvertimento o cause evidenti
- perdita di coscienza preceduta o seguita da possibili sintomi legati a un malfunzionamento del cuore
- età avanzata
- traumi considerevoli dopo lo svenimento
- anamnesi familiare che evidenzia l’insorgere di svenimenti durante l’attività fisica, episodi frequenti, sindromi convulsive prive di cause precise, decessi improvvisi
In questi casi è sempre bene rivolgersi a uno
specialista e procedere con gli esami specifici. Fondamentale è il ruolo dell’anamnesi, che analizza la situazione precedente la sincope, i sintomi e le modalità di presentazione della perdita di coscienza, come ha avuto termine la sincope stessa e quali disturbi restano in seguito, se sono presenti patologie cardiache, metaboliche e neurologiche, nonché l’eventuale ripetersi degli episodi.
Una volta quindi stabilito che non vi sono all’origine della sincope fattori emotivi, il medico seleziona la
tipologia di accertamento a seconda della causa sospetta.
Di seguito gli esami più comuni:
- misurazione della pressione arteriosa
- elettrocardiogramma (ECG), che permette di riconoscere un’alterazione del ritmo cardiaco o altre anomalie cardiache. In alcuni casi, se l’aritmia si è risolta, non evidenzia alterazioni. Per approfondire l’accertamento, se si sospetta che il paziente soffra di cardiopatie (compresi attacco cardiaco, alterazioni del ritmo cardiaco o delle valvole cardiache), in genere si procede con un ricovero ospedaliero di 24 ore
- ECG ambulatoriale continuo (monitoraggio Holter o registratore di eventi), con cui si monitora il paziente tramite un piccolo monitor cardiaco o più raramente un dispositivo sottocutaneo
- valutazione dei livelli di ossigeno nel sangue: durante o subito dopo una sincope, si esegue una pulsossimetria. Se il livello di ossigeno nel sangue risulta basso, probabilmente sintomatico della presenza di un coagulo di sangue, si ricorre a una tomografia computerizzata (TC) o un’ecografia polmonare
- rilevamento della glicemia tramite puntura del polpastrello
In alcuni casi, è possibile ricorrere anche a:
- ecografia del cuore (ecocardiografia), se il soggetto ha avuto episodi di svenimenti da sforzo, murmuri cardiaci o in seguito al cambiamento di posizione
- tilt test o esame con il tavolo inclinato, quando la sincope si presenta al passaggio alla posizione eretta
- test da sforzo, se si sospetta che il ritmo cardiaco venga alterato dall’attività fisica
- esame elettrofisiologico (EP), durante il quale si registrano l’attività elettrica e i percorsi elettrici del cuore. Si esegue soprattutto quando la sincope si ripete in modo inspiegabile in pazienti in cui non sono stati rilevati disturbi cardiaci oppure la cui anamnesi evidenzia insufficienza cardiaca a causa di attacco cardiaco
- esami del sangue
- elettroencefalografia, TC o risonanza magnetica per immagini del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) solo se si sospetta un danno al cervello (ictus, patologie del sistema nervoso centrale)
? inoltre consigliabile per le
donne in età fertile sottoporsi a un test di gravidanza: a seconda del risultato, è possibile escludere o evidenziare la gestazione e i suoi processi ormonali come possibili cause dello svenimento.