L’
intervento per il dito a scatto può essere di due tipi:
- release percutaneo o liberazione percutanea del dito a scatto: si tratta di una procedura chirurgica eseguita in anestesia locale, in cui viene impiegato un ago per riportare il dito bloccato in posizione normale. Questo tipo di operazione per il dito a scatto è indicata soprattutto per l’indice, il medio e l’anulare;
- intervento chirurgico: tramite questa procedura chirurgica si esegue una tenolisi dei flessori che permette di liberare i tendini dalle aderenze della guaina che limitano i movimenti. In questo modo si ripristina la funzionalità dei tendini e si migliorano i movimenti delle dita.
Sebbene il paziente possa tornare a muovere le dita già dopo qualche giorno, in seguito all’intervento del dito a scatto la
convalescenza può durare anche qualche mese: è importante rimanere a riposo e non sforzare la mano interessata al fine di poter ritrovare la corretta funzionalità. Inoltre, dopo l’intervento del dito a scatto i tempi di recupero possono essere ottimizzati se si segue anche un’adeguata fisioterapia, che permetta di svolgere esercizi mirati per le dita delle mani.
L’intervento del dito a scatto ha
complicazioni rare, che possono comprendere la rottura del tendine, la comparsa di infezioni, la rigidità del dito in fase post operatoria e le recidive a distanza di anni.
Al fine di poter decidere se il paziente debba essere operato oppure no e per capire la gravità del dito a scatto, una
ecografia e un
esame radiografico potranno aiutare il medico curante a definire la gravità della malattia e il tipo di percorso terapeutico più indicato per il paziente.