La diagnosi di ernia ombelicale è in genere
clinica: al medico bastano
l’osservazione e la palpazione dell’addome per riconoscere la presenza del tipico nodulo.
Ad alcuni pazienti il medico può chiedere di tossire, per verificare un eventuale aumento di volume dell’ernia. Inoltre, per capire se la situazione è passibile di complicanze future, è possibile che si richieda l’esecuzione di un’
ecografia addominale: essa consente di individuare la natura del tessuto erniato, ansa intestinale o tessuto omentale, e di valutarne le reali dimensioni.
Come si è accennato nel caso dei
pazienti più piccoli, un’ernia ombelicale può rientrare del tutto, se si manifesta entro il primo anno di vita.
Diversa è la questione in caso di
pazienti adulti: quando è ormai accertata la diagnosi di ernia ombelicale, “
quando va operata?” è la domanda fondamentale, che sorge nella gran parte delle situazioni. ? infatti assai difficile che tale condizione possa risolversi da sola, soprattutto se il paziente è in età avanzata.
Con il trascorrere degli anni, infatti, le ernie ombelicali hanno la tendenza ad accrescere di volume.
Ciò può rappresentare un certo
rischio: facilmente l’ernia ombelicale può generare
complicanze, in quanto si trova a strettissimo contatto con gli elementi interni dell’addome. Si parla ad esempio di
ernia ombelicale incarcerata (o
non riducibile) quando il tessuto erniato scende progressivamente, facendo sì che i bordi del difetto addominale si irrigidiscano, e non ha più possibilità di rientrare.
Se il tessuto interessato è
l’omento, l’operazione chirurgica dev’essere rapida ma non urgente. Se invece il tessuto coinvolto è
intestinale,sarebbe importantissimo intervenire in breve tempo per evitare complicanze più gravi:
- Ernia ombelicale intasata. Comporta il blocco del passaggio degli alimenti, dando luogo a un’occlusione intestinale. Con questa tipologia di ernia, l’addome appare disteso e il paziente prova dolore, nausea e vomito.
- Ernia ombelicale strozzata. In questo caso, il tratto intestinale interessato è ormai stretto al di fuori dalla parete addominale a tal punto da bloccare l’afflusso di sangue: si tratta di una condizione molto pericolosa, poiché l’afflusso sanguigno ridotto o del tutto interrotto può portare alla morte dei tessuti intestinali coinvolti (necrosi) e alla loro perforazione. L’operazione chirurgica si rende rigorosamente urgente, con l’obiettivo di riattivare la circolazione sanguigna. L’ernia ombelicale strozzata dà sintomi tipici dell’occlusione intestinale, con un dolore particolarmente intenso.
Dunque,
l’ernia ombelicale quando va operata? In tutte le situazioni in cui si vuole
definitivamente risolvere la problematica: l’intervento chirurgico è infatti l’unico modo per ottenere tale risultato. Bisogna infatti considerare che le complicazioni possono insorgere anche a distanza di diversi anni rispetto alla comparsa dell’ernia e in modo del tutto inatteso.
Una nota a parte meritano le
ernie ombelicali post-gravidanza: in genere, si attende che esse rientrino spontaneamente
entro 10 mesi dal parto. Se ciò non avviene, è bene pianificare l’operazione risolutiva.