? possibile
diagnosticare la sciatalgia grazie all'
esposizione dei sintomi da parte del paziente al medico, seguita da
esame obiettivo (che prevede il controllo di riflessi e forza della persona) e
anamnesi. Se i sintomi sono presenti da più di sei settimane, o se il soggetto lamenta intorpidimento o debolezza, il medico ricorre poi a
esami strumentali, che permettono di scoprire le cause dell’infiammazione del nervo sciatico:
- Radiografia alla colonna vertebrale, attraverso la quale è possibile determinare la condizione della colonna ed eventualmente individuare ernie o protrusioni discali, stenosi, ecc., quando sono ben visibili
- Risonanza magnetica lombo-sacrale, esame non invasivo che consente in tutta sicurezza l’analisi più precisa della colonna vertebrale e l’identificazione di eventuali tumori spinali, ernie discali, stenosi vertebrali e altri disturbi, anche quando non sono di facile osservazione
- TAC che sfrutta i raggi X per analizzare il corpo dividendolo in sezioni e produrre immagini tridimensionali, rendendo visibili le zone che è difficile raggiungere con altri strumenti
- Elettromiografia, per analizzare la funzionalità del sistema nervoso periferico, in particolare lungo il nervo sciatico, e il livello di controllo dei muscoli a riposo e durante i movimenti volontari
Da una corretta diagnosi e dalla determinazione della sua origine deriva
lo studio della terapia più opportuna. Vi sono poi situazioni in cui è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico, in particolare se il dolore si fa lancinante, si prolunga per settimane o finisce perfino per svegliare il paziente durante la notte. ?
immediatamente necessario il consulto medico in caso di traumi associati, tumefazioni alla schiena accompagnate da febbre, intorpidimento a gambe, inguine o glutei, dolore durante la minzione, presenza di sangue nelle urine, incontinenza, perdita di peso non connessa ad altre cause. Una volta individuata l’esatta origine e compresa la portata dei sintomi, è possibile studiare la cura per la sciatalgia.
Ad esempio, se si tratta di un’infiammazione non seria e non collegata a cause gravi, è possibile trattare la sciatica con farmaci o fisioterapia. Ma se la sciatica deriva da una discopatia, è associata a debolezza e intorpidimento e risulta ormai cronica, è necessario
intervenire chirurgicamente. ? infatti possibile
rimuovere il disco intervertebrale all’origine della compressione del nervo sciatico e in alcuni casi si rende necessario rimuovere
anche una parte della vertebra interessata.
L’operazione standard si svolge solitamente in anestesia generale, con un ricovero di uno o due giorni. L’evoluzione tecnologica recente permette anche di eseguire questi interventi in modo assai meno invasivo, con un’incisione di piccole dimensioni accompagnata da un’anestesia spinale che va ad “addormentare” solo un’area limitata del corpo: questa procedura consente al paziente di tornare a casa subito dopo l’intervento, senza ricovero in ospedale. In seguito all’intervento, in un arco di tempo compreso fra sei settimane e tre mesi, il paziente può riprendere le proprie normali attività quotidiane.