Chirurgia refrattiva, la cura è personalizzata

Chirurgia refrattiva, la cura è personalizzata
Un intervento di pochi secondi, con un’anestesia con gocce topiche, per tornare a vedere bene. La chirurgia refrattiva è in grado di correggere difetti della vista come miopia, astigmatismo, ipermetropia e trattare patologie della cornea. E, grazie all’innovazione, di farlo in maniera sempre più efficace e personalizzata. Come? Con una piattaforma di nuova generazione che rende possibili trattamenti gestiti anche da remoto e completamente automatizzati.

Al cuore del sistema c’è un laser ad eccimeri che permette il trattamento di vizi di refrazione e patologie corneali tramite una tecnica chirurgica no-touch e consente di effettuare interventi personalizzati sulle esigenze del paziente: i dati sull’anatomia della cornea e la dinamica della pupilla acquisiti con gli strumenti diagnostici vengono elaborati da un software che fornisce le indicazioni sulla base delle quali il medico pianifica il miglior trattamento.
La piattaforma prevede anche il controllo da remoto, consentendo al medico di progettare l’intervento utilizzando i dati provenienti da dispositivi diagnostici operativi in un’altra sede.

“Grazie a questa sofisticata tecnologia, siamo in grado di trattare il difetto visivo, con impatto minimo sul tessuto corneale, rimodellandolo per una visione ottimale” commenta Scipione Rossi, responsabile dell’Unità Operativa di Oculistica all’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma e vicepresidente dell’Associazione italiana di chirurgia della cataratta e refrattiva (Aiccer). Unica nel Lazio, la struttura ospedaliera romana di 色花堂Care & Research è dotata della piattaforma iVis Suite®, presente in sole altre tre strutture sul territorio nazionale.
Oltre a effettuare la correzione dei difetti di vista, la piattaforma può trattare problematiche corneali complesse (opacità e irregolarità), preservando integrità e funzionalità, con un recupero ottimale dell’acuità visiva.

“Con il laser iRes® rimodelliamo la superficie della cornea asportandone una quantità minimale, pertanto, in presenza di patologie come il cheratocono, in cui questa è indebolita, possiamo intervenire anche per irrobustire la cornea, simultaneamente all’intervento laser, attraverso il cross-linking integrato” spiega il dott. Rossi. L’operazione dura una trentina di secondi, e si esegue dopo la somministrazione di gocce topiche che anestetizzano l’occhio. Il recupero della visione avviene entro le 72 ore successive, ma già dopo le prime 24 ore è possibile leggere o guardare schermi, senza problemi.
Per il primo mese si segue una terapia locale: un collirio antinfiammatorio o un lubrificante.
All’operazione segue un percorso di osservazione con controlli periodici, che termina nella visita oculistica annuale.

Oltre due terzi degli italiani ha almeno un difetto della vista. Di questi si stima che il 42,8% sia miope – 16 milioni di persone –, il 28% astigmatico – circa 3 milioni di persone – e il 6,9% ipermetrope. Eppure, a fronte di milioni di potenziali beneficiari, gli interventi effettuati ogni anno sono solo circa 100mila.
“Questa nuova piattaforma” afferma Giuseppe Clemente, direttore operativo dell’Ospedale San Carlo di Nancy, «ci permette di ottimizzare le risorse e migliorare l’efficienza del reparto. La digitalizzazione dei processi e la possibilità di standardizzare i risultati chirurgici si traducono in una maggiore rapidità operativa e in una gestione più fluida dei pazienti».
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Revisione medica a cura di: Dott. Scipione Rossi

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