A
Santa Rita da Cascia Hospital a Roma è operativo l’ambulatorio di
Chirurgia della Mano, dove la
Professoressa Anna Maria Spagnoli, Specialista in Chirurgia della mano, riceve i pazienti il primo lunedì di ogni mese.
Ma chi dovrebbe rivolgersi a un chirurgo della mano?
Tendini, muscoli, nervi, per vari motivi, come il sovraccarico di lavoro o i movimenti ripetitivi, possono andare incontro a infiammazioni e patologie che, nei casi più severi, non possono essere risolte con un approccio farmacologico o fisiochinesiterapico. La Chirurgia della Mano è la branca della chirurgia che interviene su queste patologie.
Professoressa Spagnoli, in presenza di quali sintomi bisogna rivolgersi a uno specialista in Chirurgia della Mano?
I sintomi sono
dolore, spontaneo o con l’arto sotto sforzo,
riduzione della forza,
parestesie - cioè i disturbi della sensibilità - ma anche problemi funzionali in fase di estensione della dita e dell’arto. Inoltre il
fastidio, soprattutto notturno, è un campanello d’allarme perché può essere dovuto a compressioni nervose. Questi sintomi non devono essere necessariamente prolungati nel tempo, perché alcune patologie hanno un inizio acuto, per esempio in relazione a eventi traumatici, ed è dunque importante
trattarle per tempo affinché non si cronicizzino.
Quali patologie tratta il Chirurgo della Mano?
Le patologie a carico della mano che possono avere una soluzione chirurgica hanno varia natura. Esempi di patologie progressive sono la
rizoartosi (una forma di artrosi, più frequente nelle donne anziane, che colpisce la base del pollice) o la
malattia di Dupuytren (che provoca la flessione del palmo fino all’immobilizzazione e riguarda perlopiù gli uomini sopra i 50). Tenosinoviti o infiammazioni della sinovia (la guaina che circonda i tendini) sono invece la
Sindrome del Tunnel Carpale (un’infiammazione del nervo mediano all’altezza del polso) o anche, a carico del tendine, il
dito a Scatto, che riguarda i tendini flessori delle dita della mano, e la
Sindrome di De Quervain.
Quali soggetti sono più a rischio?
Sicuramente sono a rischio
alcune categorie professionali che svolgono movimenti reiterati o traumatici. Per esempio la Sindrome del Tunnel Carpale è frequente nei massaggiatori, parrucchieri, impiegati d’ufficio ecc. La Sindrome di De Quervain tende a colpire le neomamme, o le neononne, che cullano a lungo i neonati.
Altri fattori di rischio sono: la familiarità; la presenza di altre patologie, frequentemente quelle di natura reumatica o autoimmune come le
tiroiditi; anche il
diabete e l’etilismo, però, sono spesso associati alle tenosinoviti; infine vi sono i traumi, che possono dar vita a vere e proprie patologie come l’algodistrofia (patologia cronica dolorosa, spesso accompagnata da edema: la complicanza più temibile di traumi o interventi chirurgici a carico degli arti superiori o dei piedi).
Anche
alcuni interventi chirurgici possono avere come ripercussioni delle infiammazioni a carico dell’arto. Ad esempio, la rimozione dei linfonodi dopo l’asportazione di un
tumore alla mammella può dar vita a un edema che infiltrandosi nelle sinovie provoca una compressione simile a quella delle tenosinoviti.
In tutti questi casi la chirurgia dell’arto superiore può risolvere il problema o almeno alleviare dei sintomi.
Come si svolge la prima visita ambulatoriale?
Nel corso di una prima visita, come per esempio quelle che svolgo al
Santa Rita da Cascia Hospital, si fa prima l’anamnesi del paziente, quindi si passa alla fase diagnostica eseguendo le manovre che permettono tipicamente di individuare le patologie.
Se necessario, possono essere prescritti ulteriori esami di approfondimento e somministrate terapie.
L’intervento chirurgico, se necessario, viene svolto presso l’
Ospedale San Carlo di Nancy o
Villa Tiberia Hospital, altre strutture romane della rete di 色花堂Care & Research.