Il futuro della chirurgia punta dritto verso interventi e procedure sempre meno traumatiche per il paziente, verso la micro-invasività dei sistemi robotici, e tecniche innovative che massimizzano il risultato chirurgico minimizzando i rischi.
Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA) e
San Pier Damiano Hospital di Faenza (RA) percorrono questa strada, in diversi ambiti: in particolare in neurochirurgia, chirurgia ginecologica e chirurgia bariatrica.
Tecniche innovative per la chirurgia della colonna
La
neurochirurgia si occupa del trattamento delle patologie del cranio, del cervello e della colonna vertebrale considerando anche il sistema nervoso centrale e periferico che passa al suo interno (rachide). Il comune
mal di schiena, ad esempio, affligge tra il 60% e l’80% degli adulti e può essere sintomo di una patologia della colonna vertebrale come l’
ernia discale che, in alcuni casi, può richiedere un trattamento chirurgico.
L’équipe neurochirurgica di Maria Cecilia Hospital è stata la prima in Italia a introdurre una tecnica neurochirurgica ultra mininvasiva denominata UBE (Unilateral Biportal Endoscopy – Endoscopia unilaterale a doppio accesso). Impiegata per trattare l’ernia discale, è una metodica endoscopica per la chirurgia spinale che prevede un doppio accesso all’area da trattare attraverso due piccole incisioni. La tecnica offre una valida alternativa sia alla chirurgia open convenzionale, sia alle tecniche già esistenti ad accesso unico (endoscopiche o tubolari). Permette infatti una visione migliore delle strutture vertebrali e neurologiche da trattare e quindi una maggiore precisione anche nel conservare tessuti sani.
Il paziente beneficia così di una ripresa più rapida, una notevole
riduzione del dolore post operatorio, una degenza più breve e un quindi un ritorno alla quotidianità più rapido rispetto alle tecniche convenzionali. Infine, anche
i rischi correlati all’intervento diminuiscono rispetto ad altre procedure: si ha infatti un minor tasso di infezione, un minor sanguinamento, una minore destabilizzazione delle vertebre, un minor rischio di danni al rivestimento del midollo spinale e di problemi neurologici.
Chirurgia robotica ginecologica
L’innovazione in sala operatoria non si ferma alla neurochirurgia. In campo
ginecologico, a San Pier Damiano Hospital di Faenza
viene utilizzato il sistema robotico Hugo, il primo in Emilia Romagna e tra le tecnologie robotiche più avanzate attualmente disponibili. Nel mondo solo il 3% delle procedure chirurgiche viene eseguito con l’approccio robotico. Tuttavia, l’Italia si colloca tra i Paesi più avanzati a livello europeo nell’ambito della chirurgia robot-assistita.
Tra i plus vi sono
incisioni più piccole, con conseguente
dolore post operatorio contenuto,
degenza e recupero più rapidi. Inoltre, specialmente negli interventi a maggiore complessità, la mininvasività del robot consente di preservare le strutture vascolari e nervose riducendo così anche le complicanze nel post- operatorio. Le patologie ginecologiche trattate sono sia benigne che maligne (ad eccezione del tumore ovarico in stadio avanzato), tra le quali:
fibromi, tumore endometriale, prolasso uterino,
cisti ovariche (quando ne è indicata la rimozione chirurgica) ed
endometriosi, che colpisce una buona percentuale di donne in età fertile provocando forti dolori e pregiudicando spesso una buona qualità della vita.
Il sistema robotico consente anche il
perfezionamento del gesto operatorio: il chirurgo può gestire contemporaneamente e in autonomia sia la visione dell’area di intervento sia i bracci robotici, permettendo così una miglior precisione dell’azione.
Il percorso di cura dell’辞产别蝉颈迟à
Secondo il Rapporto 2022 dell’OMS sull’
辞产别蝉颈迟à, il sovrappeso e l’辞产别蝉颈迟à sono problematiche che hanno raggiunto proporzioni epidemiche nel mondo occidentale.
In Emilia Romagna, sono circa 885 mila le persone adulte in sovrappeso e 337 mila quelle obese (Programma regionale “Passi” triennio 2017-2020).
Maria Cecilia Hospital, riconosciuto Centro di Eccellenza S.I.C.OB. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) ha messo a punto dei
percorsi di cura dell’辞产别蝉颈迟à grazie all’esperienza di un’équipe multispecialistica. L’
approccio multidisciplinare contraddistingue l’attività e vede la collaborazione integrata di specialisti in
Chirurgia Bariatrica, Nutrizione, Dietologia, Endocrinologia e Psichiatria.
L’obiettivo è infatti quello di
fornire al paziente un trattamento il più possibile personalizzato, per migliorare la probabilità di successo degli interventi e ridurre i rischi. A seguito di indagini diagnostiche e in presenza di una valutazione concorde da parte dell’équipe che segue il paziente, si propone il trattamento chirurgico più adeguato al singolo caso. La quasi totalità degli interventi bariatrici sono svolti in
laparoscopia: un approccio mininvasivo che prevede punti di accesso all’interno dello stomaco attraverso delle incisioni di pochi millimetri dalle quali vengono introdotte delle sonde chirurgiche e una microcamera. Il chirurgo opera guardando le immagini ingrandite sullo schermo. L’approccio mininvasivo permette un
minor trauma chirurgico e una
ripresa in tempi più brevi, favorendo così l’impostazione di una quotidianità più attiva.
Presso Maria Cecilia Hospital viene inoltre utilizzata una
nuova procedura: si chiama
B-Clamp. Simile alla sleeve gastrectomy, impiega una “molletta”, ideata e posizionata per durare a vita, che rende lo stomaco più piccolo, portando il paziente ad un senso di sazietà precoce, permettendogli quindi di seguire più facilmente una dieta sana ed equilibrata volta al dimagrimento.
Gli approcci chirurgici più frequenti comprendono la gastrectomia a manica (
sleeve gastrectomy) che prevede la resezione verticale dello stomaco per la riduzione delle sue dimensioni e il
mini bypass gastrico che invece consiste nel creare un tratto di unione tra lo stomaco e una porzione distale di intestino. In questo modo il paziente non riesce più ad assorbire tutti gli alimenti che introduce, riuscendo così a perdere peso.