Cisti ovariche

La cisti ovarica è una piccola sacca in cui si raccoglie materiale liquido o più raramente solido localizzata presso le ovaie. ? generalmente benigna.
Il termine “cisti” deriva dal greco k?stis, che significa “vescica”. La cisti ovarica è infatti una piccola sacca piena di materiale liquido o più raramente solido localizzata in una posizione molto specifica: le ovaie, deputate a produrre e far maturare al loro interno gli ovuli per la riproduzione. Per questo, si parla anche di cisti all’utero, che, insieme alle ovaie, alle tube di Falloppio e alla vagina, fa parte dell’apparato riproduttore femminile.

Perché si formano le cisti ovariche? Le cause

In generale, si può affermare che un’alterazione nella produzione di ormoni è la prima causa riconoscibile. Alcune tipologie tendenzialmente benigne di cisti alle ovaie si sviluppano agevolate da fattori di rischio, come:
  • gravidanza (soprattutto nel secondo trimestre in concomitanza con la più elevata concentrazione di ormone hCG)
  • assunzione di farmaci che inducono l’ovulazione
  • endometriosi
  • infiammazioni della zona pelvica
  • peso corporeo insufficiente
  • fumo 

Una cisti ovarica tumorale può invece essere favorita da:

In genere, una cisti ovarica è benigna e spesso asintomatica: si tratta di una condizione molto comune nelle donne, che può regredire in autonomia in alcuni mesi, senza comportare particolari rischi. Ma è bene sottolineare che esistono diversi tipi di cisti ovariche, compresi quelli che possono invece causare sintomi molto fastidiosi e costituire un campanello d’allarme. Di seguito, alcune di queste tipologie.
 

Cisti funzionale

Si definisce cisti funzionale all’ovaio quella tipologia connessa al ciclo mestruale e di conseguenza all’età fertile, primissimo fattore di rischio del suo sviluppo. L’ovulo prodotto ogni mese durante l’ovulazione viene poi condotto a maturazione grazie al follicolo: questa piccola sacca piena di liquido è destinata a scoppiare in seguito alla produzione di ormone luteinizzante (LH) da parte dell’ipofisi; tale scoppio provoca il rilascio dell’ovulo, che si avvia verso le tube di Falloppio pronto per essere fecondato; il follicolo si tramuta così in corpo luteo, ghiandola endocrina che produce progesterone e concorre a preparare la mucosa all’impianto dell’ovulo.

Il follicolo può trasformarsi in cisti ovarica funzionale quando non rilascia correttamente l’ovulo o non si svuota del liquido presente dopo lo scoppio. Tali circostanze ci permettono di identificare:
 
  • Cisti follicolare, causata dal mancato rilascio di ormone LH da parte dell’ipofisi. Il follicolo non può quindi liberare l’ovulo o scoppiare nel modo opportuno. Le cisti follicolari sono in ogni caso non pericolose e in genere non causano sintomi particolari.
  • Cisti luteinica o luteale: il liquido presente nel follicolo al momento del rilascio dell’ovulo si accumula al suo interno dopo la chiusura della struttura; tale processo causa una dilatazione di quello che è ormai diventato corpo luteo. Vi sono casi, fortunatamente non comuni, in cui questa tipologia di cisti può ingrandirsi a tal punto da raggiungere anche diametri importanti e rompersi, causando emorragia interna: è quindi possibile che la cisti ovarica funzionale provochi sintomi, in particolare dolore acuto nella zona pelvica.
 

Cisti ovarica patologica

Definite anche tumori ovarici benigni, si tratta di cisti alle ovaie meno diffuse e non strettamente connesse al ciclo mestruale. In genere sono asintomatiche e caratterizzate da un lento sviluppo: ciò rende molto facile un’eventuale scoperta casuale durante esami di routine. Possono comparire sia in età fertile, sia in menopausa: quest’ultimo è il periodo in cui si alza il rischio di formazioni tumorali maligne.

Le cisti patologiche possono essere distinte in:
 
  • Cisti ovariche dermoidi o teratomi, che, sebbene siano raramente cancerose, sono spesso oggetto di asportazione chirurgica, in quanto possono raggiungere ragguardevoli dimensioni e, dal momento che si formano dagli strati di cellule germinali, ossia quelle di tessuto embrionale, possono contenere tessuti di natura molto varia: cute, capelli, denti, nervi, ecc. 
  • Endometriomi, direttamente provocati dall’endometriosi: in questo caso la cisti si sviluppa dal tessuto endometriale a contatto con l’ovaio. Possono essere legati a una riduzione della fertilità.
  • Cistoadenomi, la cui base di sviluppo è la superficie esterna dell’ovaio e il cui contenuto comprende una porzione di tessuto ghiandolare. Possono raggiungere dimensioni tali da comprimere gli organi in prossimità, diventando causa indiretta di difficoltà nella digestione e senso di urgenza nell’urinare.
 

Cisti ovariche tumorali

Forme maligne di ciste alle ovaie non sono affatto frequenti; nondimeno, possono svilupparsi, soprattutto se favorite dai già citati fattori di rischio. Oltre la metà dei casi diagnosticati sono riferibili a donne con più di 63 anni. Il loro sviluppo può invece essere inibito da più gravidanze (soprattutto prima dei 26 anni), allattamento al seno e assunzione di contraccettivi ormonali. In altri casi, sono risolutive tecniche chirurgiche che comportano la sterilizzazione permanente, come la legatura delle tube e naturalmente l’isterectomia.
 

Microcisti ovariche

Si tratta di cisti di pochi millimetri di diametro sparse per tutta l’estensione delle ovaie: per questo invece si definisce l’ovaio policistico, a sua volta relazionabile a problemi di fertilità.

La presenza di una cisti all’ovaio comporta diverse sono le implicazioni, in base alla tipologia e alle caratteristiche della paziente.
 

Le cisti ovariche in quanto tempo si riassorbono?

In genere, una cisti funzionale si riassorbe in un arco temporale compreso fra 1 e 3 mesi.
 

Ciste ovarica scoppiata

La rottura di una cisti ovarica può dare sintomi come dolore sulla zona di localizzazione e le sue cause possono essere anche molto banali: dall’esercizio fisico al rapporto sessuale, fino a piccoli traumi. Se si tratta di un elemento di grandi dimensioni, la rottura di una cisti ovarica può provocare perdite di sangue all’interno della cavità addominale ed eventualmente shock.
 

Torsione ovarica

In casi meno comuni, una cisti luteinica o un cistoadenoma possono dare luogo a una complicazione che costituisce una vera emergenza ginecologica, da trattare il più tempestivamente possibile: la torsione ovarica, che comporta la rotazione del peduncolo ovarico (il canale di collegamento fra utero e ovaie) e può tradursi in una necrosi dell’ovaio stesso per mancanza di flusso sanguigno.

La presenza di una ciste ovarica può manifestarsi con sintomi e dolori o al contrario può non manifestarsi affatto, cosa che del resto avviene in una buona parte dei casi. In generale, le cisti all’utero possono provocare sintomi come:
 
  • Dispareunia (dolore profondo all’addome durante il rapporto sessuale)
  • Spotting (perdite di sangue intermestruali) e altre anomalie del ciclo mestruale
  • Sanguinamento in menopausa
  • Gonfiore all’addome e senso di pressione o pesantezza, soprattutto in prossimità delle mestruazioni
  • Stanchezza
  • Frequente necessità di urinare o difficoltà nell’evacuare (a causa delle dimensioni della cisti ovarica)
  • Mal di testa
  • Nausea e vomito (soprattutto in caso di torsione ovarica)
  • Problemi della digestione
  • Aumento di peso

Spesso una paziente si pone però alcune specifiche domande su questo tema:
 
  • Le cisti ovariche possono bloccare il ciclo mestruale? Nei casi in cui la cisti sia aumentata di dimensioni e non si sia riassorbita autonomamente, è effettivamente possibile che il ciclo mestruale si interrompa. In altri casi, la cisti ovarica può favorire un ritardo del ciclo stesso. In alcuni casi, la relazione fra cisti ovariche e ciclo può portare a un flusso mestruale irregolare o più abbondante del normale.
  • Le cisti ovariche fanno male? ? possibile, soprattutto quando diventano molto grandi, si rompono, sanguinano (soprattutto le cisti luteiniche), subiscono l’urto del rapporto sessuale, ostacolano il flusso sanguigno verso le ovaie, causano torsioni. Se improvvisamente una cisti ovarica diventa dolorosa, è spesso un segnale di rottura. Il sintomo può avere una durata molto variabile da paziente a paziente: da alcuni giorni fino a molte settimane. Vi sono anche casi in cui la cisti ovarica causa un dolore acuto e grave sulla zona dell’addome dov’è presente: è possibile che abbia determinato una torsione dell’ovaio.
  • Come si relazionano cisti ovariche e perdite di sangue? Alcune pazienti lamentano perdite di sangue più o meno abbondanti, che a loro volta sono da correlare ad altre manifestazioni. La perdita di sangue può essere minima e fra una mestruazione e l’altra, soprattutto in età fertile, oppure può esservi un vero e proprio sanguinamento vaginale dopo la menopausa. 
  • Come si relazionano cisti ovarica e gonfiore addominale? ? possibile che la presenza di una cisti ovarica si palesi con pancia gonfia e senso di pesantezza.

Di solito, i sintomi di una cisti all’ovaio destro o una all’ovaio sinistro coinvolgono il lato dell’addome corrispondente.

Le cisti all’utero sono pericolose? Nella maggior parte dei casi no e non danno sintomi particolari: in tantissimi casi le cisti si sviluppano e poi scompaiono senza nemmeno essere state individuate, in altri casi ancora è soltanto un’ecografia di routine a renderle visibili.

Ma in presenza di cisti ovariche, quando preoccuparsi? ? indubbiamente necessario rivolgersi al medico di fronte ai sintomi più acuti: dolore all’addome o alla zona pelvica, sanguinamento vaginale. Inoltre, è necessario prestare attenzione anche al prolungamento per un paio di settimane di segnali come mancanza di appetito, sazietà improvvisa, perdita di peso.
? necessario considerare la situazione un’emergenza se il dolore acuto è particolarmente grave e accompagnato da febbre, vomito e sintomi di shock (sudore freddo, respirazione veloce, stordimento).

Quando invece le cisti ovariche hanno dimensioni pericolose? Non c’è una risposta univoca, in quanto solo lo specialista può valutarlo di volta in volta. Le linee generali distinguono fra l’età fertile e la menopausa. Nel primo caso, una ciste di diametro inferiore o uguale a 3 cm non preoccupa; inferiore o uguale a 5 cm senza sintomi si monitora nel tempo; il controllo è consigliato una volta all’anno fra i 5 e i 7 cm; oltre i 7 cm richiede un approfondimento e talvolta la rimozione. Nel secondo caso (in menopausa), un diametro inferiore di 1 cm è ininfluente; fra 1 e 7 cm viene controllata almeno una volta all’anno; oltre tali misure, sono necessari approfondimenti e talvolta asportazione.

In ogni caso, il primo passo per giungere alla diagnosi, anche sulla base di eventuali sintomi, è sottoporsi a visita ginecologica. ? poi possibile ottenere conferma della presenza di una cisti ovarica con ecografia transvaginale e addominale ossia attraverso l’inserimento di una sonda ecografica in vagina. Si ricorre anche a test di gravidanza, con l’obiettivo di escludere proprio una gravidanza in atto (anche extrauterina).

Possono inoltre seguire esami del sangue per analizzare i livelli di marcatori tumorali (sebbene ci sia la possibilità di falsi positivi in età fertile). Un’opzione più invasiva ma talvolta necessaria è la laparoscopia, che consiste nell’inserire il laparoscopio tramite una piccola incisione, analizzare lo stato delle ovaie e asportare la cisti.

Spesso la cisti funzionale non ha bisogno di particolari trattamenti, in quanto dopo pochi cicli mestruali tende a scomparire, e non ostacola né il concepimento né la gestazione.

Quando una cisti ovarica si rompe per attività fisica o traumi, spesso è necessaria soltanto una sorveglianza attiva, con ecografie transvaginali ripetute periodicamente per controllarne il decorso; il medico potrebbe inoltre prescrivere farmaci analgesici per alleviare il dolore e un contraccettivo ormonale per limitare la possibilità di ulteriori sviluppi di cisti.

In caso di cisti ovariche, quando operare? Nelle pazienti fra i 50 e i 70 anni d’età lo specialista potrebbe consigliare l’asportazione della cisti, sebbene il tumore ovarico sia un’evenienza rara. Inoltre, l’intervento è consigliabile se la cisti non scompare in autonomia (in età fertile), aumenta di dimensioni, provoca dolore o all’esame ecografico si presenta con un aspetto anomalo.
Dunque, una cisti ovarica come si toglie?
 

Cisti ovarica: l’intervento

Due sono i possibili interventi su cisti ovariche, con tecniche differenti a seconda della situazione:
 
  • Laparoscopia, preferibile in quanto mini-invasiva e dunque comporta minori disturbi e tempi di recupero molto più veloci. Il laparoscopio e i trocar vengono inseriti attraverso piccole incisioni sull’addome e consente visualizzazione e intervento immediato.
  • Laparotomia, che può rendersi necessaria in caso di cisti molto grande o di possibile natura tumorale, nonché in caso di eventuale asportazione delle ovaie stesse. In questo caso, si ricorre a un’incisione tradizionale dell’addome, con una conseguente convalescenza più estesa.
Le informazioni contenute nel Sito, seppur validate dai nostri medici, non intendono sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.

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