Sempre esclusivamente su consiglio del medico, il trattamento per la spondilosi può essere:
Trattamento conservativo e preventivo
Ciò può includere diverse strade, fra cui:
- Periodo di assoluto riposo nelle fasi acute
- Massaggi eseguiti da specialisti, con l’obiettivo di portare flusso di sangue e quindi calore nella zona interessata, nonché rafforzare i muscoli
- Attività fisica, come ad esempio la ginnastica funzionale aerobica, ma anche sport come il nuoto, a vantaggio della salute del cuore, della riduzione del dolore, del benessere psichico e del peso corporeo
- Combinazione di caldo e freddo, oppure la sola applicazione del calore, in base alla necessità di far aumentare il flusso sanguigno o agire sull’infiammazione
- TENS, ossia la terapia che permette di ridurre la sensazione dolorosa attraverso l’elettrostimolazione transcutanea, che stimola le terminazioni nervose e quindi influisce sulla trasmissione del dolore al cervello
- Agopuntura, sempre praticata da un medico specializzato, che in alcuni pazienti sembra portare benefici in termini di riduzione del dolore
- Rigoroso controllo del peso corporeo, per aiutare le articolazioni a non sopportare un carico eccessivo e non subire ulteriori compromissioni, nonché per agevolare la mobilità e ridurre il rischio che si sviluppino altre patologie
- Dieta bilanciata, che comprende il consumo di cereali integrali, verdura, legumi e frutta
- Idratazione costante, per supportare al meglio l’organismo nella sua interezza e in particolare il liquido sinoviale, il fluido articolare che protegge le articolazioni fungendo da lubrificante naturale.
Trattamento farmacologico, specialmente nelle fasi acute
Il medico si basa sulla gravità della sintomatologia dolorosa e sul grado di tolleranza del paziente. I f
armaci più utilizzati sono i FANS,
antinfiammatori e analgesici: paracetamolo, ibuprofene, diclofenac, ketoprofene sale di lisina, ketoralac, naprossene. In contemporanea,
possono anche essere prescritti miorilassanti, per dare sollievo dal dolore muscolare.
Solo nei casi più seri si prescrivono corticosteroidi, somministrati tramite infiltrazione non più di quattro volte all’anno.
Intervento chirurgico
Solo ed esclusivamente nei pazienti con spondilosi grave, compressione del midollo spinale e alterazioni spondilosiche che non consentono altra soluzione. Tutte le procedure prevedono un’anestesia generale. Il chirurgo può optare per:
- Laminectomia, che consente di asportare la lamina vertebrale (la parte posteriore della vertebra), per liberare il canale vertebrale e decomprimere le radici nervose
- Microdiscectomia, procedura mininvasiva utilizzata soprattutto in caso di ernia del disco, che comporta la pratica di un’incisione nella zona interessata, l’asportazione dell’ernia e la decompressione delle radici nervose
- Artrodesi vertebrale, che implica la fusione di due o più vertebre.? eseguibile per via anteriore (l’incisione viene effettuata sul lato del torace) o per via posteriore (l’incisione è praticata sulla schiena). La colonna vertebrale viene in questo caso stabilizzata attraverso l’inserimento di impianti o innesti ossei.
Relativamente a quest’ultima procedura, si rende molto efficace nel trattamento di gravi sofferenze del disco intervertebrale la tecnica ALIF (Anterior Lumbar Interbody Fusion): il chirurgo esegue un’incisione anteriore dell’addome, avanza per via retroperitoneale, rimuove il disco, pulisce le vertebre e inserisce la gabbia.
Nel caso della spondilosi cervicale, la terapia può anche prevedere l’utilizzo di un collare morbido per sostenere e allo stesso tempo scaldare il collo, mentre i rimedi per la spondilosi lombare possono includere l’applicazione di bustini e fasce contenitive.