Questa tipologia di analisi del sangue è assai frequente: attraverso l’
emocromo completo con formula, noto anche come
esame emocromocitometrico completo, è infatti possibile monitorare e controllare con attenzione lo stato di salute del paziente. In particolare, è possibile determinare:
- La quantità di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine
- L’ematocrito, ovvero il volume di sangue occupato dai globuli rossi
- Le percentuali delle tipologie di globuli bianchi (formula leucocitaria)
- La quantità di emoglobina
- Gli indici corpuscolari con cui si prendono in esame forma e dimensioni di piastrine e globuli rossi.
L’esame dell’emocromo può essere prescritto quando il paziente si sente particolarmente stanco oppure se manifesta segni di infezioni, infiammazioni o lesioni. Oltre che molto utili nella valutazione di specifiche terapie farmacologiche, i valori dell’emocromo possono contribuire alla diagnosi di diverse tipologie di disturbo o patologia:
- Carenze di sostanze nutritive (minerali, vitamine)
- Disidratazione
- Infezioni o infiammazioni
- Patologie autoimmuni
- Disordini del midollo osseo
- Talassemia
- Anemia
- Leucemia
- Forme tumorali.
Inoltre, se durante la gravidanza le analisi del sangue sono rigorosamente raccomandate, stessa considerazione si può fare per l’esame emocromocitometrico completo.
Per distinguere un emocromo con valori normali è bene sapere che i parametri cambiano a seconda del genere sessuale, dell’età, dello stile di vita, del patrimonio genetico. Nel caso particolare dell’analisi dei globuli rossi (eritrociti), responsabili grazie all’emoglobina del trasporto di ossigeno e anidride carbonica, spesso nel linguaggio comune si confondono ematocrito ed emocromo. Si dà così luogo a espressioni che fanno in verità riferimento a un’interpretazione dei valori dell’ematocrito:
- Emocromo basso, che può essere causata da una riduzione dei globuli rossi collegata a patologie renali, leucemie o anemie da carenza di ferro, vitamina B12 o acido folico. Si ha un valore di ematocrito basso anche quando la componente liquida del sangue risulta in eccesso: una condizione che accomuna atleti e donne in gravidanza
- Emocromo alto, al contrario, può rivelare un aumento dei globuli rossi, come in presenza di policitemia vera o a causa di un abuso di eritropoietina, così come di un difetto della parte liquida, che potrebbe essere dovuta a disidratazione.
La lettura dei parametri fatta per gli eritrociti vale anche per i valori relativi all’emoglobina, che, se troppo alti, possono essere connessi a patologie del sangue, ma anche alla ridotta quantità di ossigeno inspirato: ciò può accadere ai fumatori o semplicemente quando ci si trova ad alta quota. All’emoglobina bassa corrisponde invece l’anemia, più diffusa di quanto si pensi in tutte le fasce d’età: è la misurazione del valore MCH, ovvero il contenuto di emoglobina in ogni singolo eritrocita, a chiarire di quale tipo di anemia si tratti esattamente.
Sempre indicativo dello sviluppo di anemia può essere il parametro RDW: se è più alto del normale, significa che sono presenti nel sangue globuli rossi molto più grandi e molto più piccoli dello standard. Se invece è alto il volume corpuscolare medio (MCV) relativo alla grandezza degli eritrociti, potrebbe segnalare una forma anemica oppure una carenza di vitamina B12 o acido folico; se basso, potrebbe indicare forti carenze di ferro, talassemia, patologie croniche nei soggetti in età avanzata.
Per quanto riguarda invece i leucociti, che si attivano per contrastare le minacce all’organismo, è possibile associare un loro aumento a un’infezione o ad altro tipo di patologia: una valutazione che si può portare avanti con una certa precisione, poiché durante l’analisi emerge la specifica tipologia di globulo bianco. Se risultano bassi, i valori possono essere collegati a infezione da HIV, immunosoppressione farmacologica o tumore del sangue.
Il volume piastrinico medio (MPV) serve infine a capire quante piastrine vengono prodotte, poiché le dimensioni di quelle nuove sono maggiori di quelle nelle piastrine “vecchie”: un elemento importante per verificare la capacità di coagulazione.