L'osteomielite e il piede diabetico sono due condizioni mediche interconnesse: il piede diabetico è infatti una
complicanza cronica del diabete, che può andare incontro a infezione. Quando tale infezione si diffonde ai tessuti sottostanti, è possibile lo sviluppo di
osteomielite al piede.
Il legame fra piede diabetico e osteomielite
Il piede diabetico si classifica come
neuropatico quando i nervi periferici risultano danneggiati dai livelli anomali di glucosio nel sangue: il danno neurologico può causare perdita di sensibilità, rendendo il paziente meno consapevole di eventuali lesioni o
ulcere. Si parla invece di piede
neuroischemico quando si riduce la circolazione del sangue a causa dell’alterazione dei vasi sanguigni: ciò significa che il piede è più vulnerabile allo sviluppo di necrosi e gangrena. Entrambe queste condizioni possono provocare
la formazione di ulcere, facilitate eventualmente da traumi minori o da pressioni prolungate. Se una lesione viene interessata da un’infezione dei tessuti molli,
l'osteomielite,
infiammazione dell’osso causata da un agente infettivo, è una complicanza piuttosto comune. L’osteomielite può infatti svilupparsi per invasione diretta dell’infezione, attraverso il torrente ematico oppure, come in questo caso, per
contiguità con tessuti molli adiacenti infetti.
L’osteomielite al piede: i sintomi
Una volta che l'infezione raggiunge l'osso, può diffondersi rapidamente, mettendo a rischio la struttura ossea e causando danni anche irreversibili. Fondamentale è dunque prestare attenzione ai possibili segnali. I sintomi dell'osteomielite nel contesto del piede diabetico includono
dolore persistente della zona interessata, gonfiore, arrossamento e talvolta febbre. Tuttavia, la neuropatia può mascherare il dolore, ritardando di conseguenza la diagnosi e il trattamento. ? necessario sospettare un’osteomielite nei casi in cui l’ulcera neuropatica risulti clinicamente infetta o in presenza di ulcere croniche, ossia con tempi di guarigione molto lunghi o che tendono a recidivare. L’osteomielite può coinvolgere il piede in ogni sua componente, ma si presenta nel 90% dei casi nell’avampiede.
Osteomielite al piede: la terapia
Prima della pianificazione del trattamento, è necessario, in seguito a visita specialistica, sottoporsi a
esami del sangue (emocromo con formula, proteina C reattiva, VES),
radiografia,
risonanza magnetica,
tomografia computerizzata (quando lo specialista ritiene opportuno un intervento chirurgico),
scintigrafia ossea (se necessaria),
indagine microbiologica e biopsia (per identificare il microrganismo responsabile).
In seguito, la
terapia antibiotica è solitamente indicata per combattere l'infezione, ma, a causa della compromessa circolazione sanguigna nei pazienti diabetici, può essere difficile per gli antibiotici raggiungere il sito dell'infiammazione. Può rendersi necessario un
intervento chirurgico per rimuovere il tessuto infetto, drenare gli ascessi e riparare eventuali danni ossei. Questi interventi mirano a preservare la funzione del piede e prevenire la diffusione dell'infezione. In alcuni casi, potrebbe essere indispensabile l'amputazione se l'infezione è estesa e non risponde al trattamento conservativo.
Fondamentale per
prevenire l’osteomielite e ancora prima il piede diabetico è mettere in atto un’accurata strategia composita, che si rivela assolutamente efficace. Essa deve comprendere rigorosa gestione del diabete, identificazione e ispezione periodica del piede a rischio, uso di calzature adeguate, educazione non solo del paziente ma anche di familiari e sanitari, senza trascurare la valutazione regolare da parte del proprio specialista.