Le neoformazioni renali solitamente sono asintomatiche nelle fasi iniziali fino agli stadi avanzati della patologia. Possono essere benigne (non cancerose) o maligne (cancerose).
i tumori benigni
I tumori renali benigni più frequenti sono le cisti sierose per la presenza di liquido ma, in alcuni casi, il contenuto può diventare ematico. Nella maggioranza dei casi la cisti insorge dalla sostanza corticale del rene e si sviluppa in superficie sollevando la capsula del rene. Generalmente non provocano disturbi e possono quindi essere lasciate in situ, purché si sia documentata e accertata la natura cistica.
Altri tumori benigni sono l’adenoma e l’oncocitoma renale, neoplasie benigne a prognosi favorevole con caratteristiche radiologiche che permettono di distinguerle dalle neoplasie maligne; in alcuni casi può essere necessaria una biopsia della massa per una diagnosi più approfondita.
I tumori maligni
I tumori renali maligni rappresentano il 3% di tutte le neoplasie e l’adenocarcinoma renale, o carcinoma a cellule renali, costituisce circa l’85-90% di tutti i tumori renali.
Il suo sviluppo e le manifestazioni cliniche possono essere atipiche, infatti, nel 30% dei pazienti con questa neoplasia la diagnosi viene posta in base a sintomi e segni non urologici.
Questa neoplasia può essere asintomatica fino agli stadi avanzati; in alcuni casi può impiegare anche decenni per svilupparsi, rimanere silente e non produrre sintomi, in altri, invece, la sua crescita è rapida e aggressiva.
Altre forme meno frequenti di neoplasie maligne sono il carcinoma papillare, il carcinoma del dotto collettore, il tumore a cellule cromofobe.
Ulteriori tumori maligni, correlati al rene, possono essere considerate le neoplasie della via escretrice, con caratteristiche anatomo-patologiche diverse e legate alla patologia dell’epitelio urinario.
La diagnosi
La diagnosi di tumore renale viene fatta con l’ausilio di esami radiologici che permettono di visualizzare la massa e riconoscerne la struttura e quindi la tipologia.
L’esame di screening primario è l’ecografia, che permette di differenziare le cisti semplici, benigne, dalle cisti complicate, emorragiche, infettive o neoplastiche che possono essere studiate anche con l’ausilio del
Ecocolordoppler che mette in evidenza l’eventuale vascolarizzazione della neoplasia.
A completamento dello studio può essere necessaria la TC con mezzo di contrasto o la RM per individuare la massa e classificarla secondo lo schema di Bosniak che divide le cisti renali in quattro diversi gruppi, dalle cisti benigne al cistoadenocarcinoma. Inoltre la TC e la RM possono evidenziare la natura della massa, la sua estensione e la presenza di eventuali metastasi.
In casi selezionati può rendersi necessaria la biopsia delle neoformazioni renali che viene eseguita per via percutanea.
Nelle neoplasie della via escretrice invece è necessario uno studio completo di tutto l’epitelio urinario e quindi è indicata una cistoscopia con ureterorenoscopia e studio radiologico completo.
I trattamenti
Il trattamento del tumore del rene è sostanzialmente chirurgico, con terapie immunologiche, chemio e radioterapiche a eventuale supporto clinico.
Il fine è di asportare la massa neoplastica in toto attraverso un intervento chirurgico che può essere la nefrectomia radicale (rimozione completa del rene), la nefrectomia parziale (rimozione di una parte del rene dove è presente la neoplasia) o addirittura la tumorectomia (rimozione del solo tumore).
L’intervento può essere eseguito per via videolaparoscopica, attraverso l’ausilio di fibre ottiche che permettono un intervento mini-invasivo o, nei casi più complessi, attraverso l’intervento chirurgico tradizionale “open”.
Può rendersi necessario eseguire degli accertamenti con fibre ottiche (endoscopi), finalizzati a una diagnosi completa della patologia (cistoscopia, ureteroscopia, biopsia, stenting).
Tutte le indagini diagnostiche e terapeutiche sono eseguibili con strumentazione che permette un rapido e preciso percorso diagnostico e una terapia chirurgica personalizzati caso per caso.