La diagnosi è fondamentale per identificare la presenza di calcoli nelle vie urinarie e determinarne tipo e dimensione. La valutazione inizia con
un'attenta anamnesi e una visita medica. L’urologo raccoglie le informazioni dettagliate sui sintomi, la storia clinica del paziente e gli eventuali fattori di rischio associati alla formazione dei calcoli renali.
Successivamente, il medico chiede al paziente di sottoporsi ad alcuni esami per individuare i calcoli renali. Prima di tutto, essenziali sono gli
esami del sangue per valutare la funzionalità renale e rilevare eventuali segni di infezione. Le analisi includono quindi
la misurazione dei livelli di creatinina e urea, che forniscono indicazioni sulla capacità dei reni di eliminare i rifiuti.
Un'indagine diagnostica fondamentale per la calcolosi renale è
l'esame delle urine, che può rivelare la presenza di sangue, cristalli e altre sostanze indicative della formazione di calcoli e la presenza di infezioni. La raccolta di campioni delle urine può essere effettuata durante un periodo di 24 ore per ottenere una visione più completa.
Ma i calcoli renali come si vedono? L’
ecografia ai reni è un esame di primo livello che serve per individuare la presenza di idronefrosi ed individua la presenza di calcoli. Questa tecnica utilizza onde sonore per creare immagini degli organi interni e può essere efficace nel rilevare calcoli di varie dimensioni e composizioni. L'ecografia, non invasiva e ripetibile senza esposizione a radiazioni, è inoltre utile durante la colica renale: l’obiettivo è quello di osservare le vie urinarie e riconoscerne un’eventuale dilatazione.
La
tomografia computerizzata (TC) è un esame chiave per ottenere immagini più dettagliate dei reni e valutare eventuali danni, nonché per studiare tutti i calcoli renali ed uretrali, anche i più piccoli.
? inoltre molto importante
l’analisi di un eventuale calcolo espulso: comprenderne la composizione permette anche di individuare i fattori che hanno contribuito alla sua formazione.
Una volta ottenuta la diagnosi, il paziente si pone una domanda: i calcoli renali sono pericolosi? In alcuni casi, i calcoli sono asintomatici in quanto di piccole dimensioni: se il loro diametro è inferiore o uguale a 5 millimetri, è probabile che vengano espulsi spontaneamente. Ma questi sassolini possono essere anche di grandi dimensioni e non solo provocare la conseguente colica, ma anche
agevolare un’infiammazione del rene, ossia la pielonefrite. In questi casi, diventa indispensabile un intervento di rimozione immediato.