Dal momento che non è facile identificare con sicurezza i sintomi del cancro ovarico, è ancora più importante capire come procedere.
Il tumore alle ovaie come si scopre?
La diagnosi dei tumori ovarici si basa su una serie di fasi e di esami specifici. Il primo passo nel percorso diagnostico è spesso rappresentato dalla
visita ginecologica, che prevede
un esame pelvico approfondito e la palpazione dell’addome: lo specialista osserva con attenzione le ovaie, verificandone dimensioni e consistenza. I parametri sono basilari per una prima valutazione clinica, tenendo conto anche dell’età della paziente, un fattore che incide sul rischio di tumore.
Un esame strumentale fondamentale per la diagnosi è l’
ecografia transvaginale, che permette di visualizzare in modo dettagliato le ovaie e gli organi pelvici. Questa procedura non invasiva fornisce immagini utili per identificare la presenza di masse sospette, distinguendo tra le formazioni cistiche benigne e quelle potenzialmente maligne. L’ecografia viene spesso associata al
dosaggio del CA-125, un marcatore tumorale che può essere elevato in presenza di tumori dell’ovaio, ma anche associabile ad altre condizioni, come epatopatie croniche o
pancreatite.
Oltre all’ecografia, vengono impiegati altri esami di imaging per una valutazione più precisa e approfondita.
La tomografia computerizzata (TC) e
la risonanza magnetica (RM) servono spesso a determinare la diffusione del tumore, verificare la presenza di metastasi nell’addome, pianificare un eventuale intervento chirurgico o trattamenti aggiuntivi come la chemioterapia.
Nonostante questi strumenti,
la diagnosi precoce del tumore delle ovaie rimane complessa. Gli esami descritti offrono qualche possibilità di identificare il tumore nelle fasi iniziali, ma non possono essere proposti come screening universale a tutte le donne.
? in ogni caso raccomandata una certa r
egolarità di controllo nel caso di donne con una predisposizione genetica, ovvero portatrici di mutazioni nei geni
BRCA1 o
BRCA2. In questi casi, è consigliato uno screening mirato, con esami ogni sei mesi a partire da un’età inferiore ai 40 anni.
Dopo la diagnosi, il primo passo fondamentale è la
stadiazione, che permette di classificare la malattia e stabilire il miglior approccio terapeutico. Il tumore dell’ovaio viene generalmente classificato in
quattro stadi (da I a IV) secondo il
sistema FIGO (
International Federation of Gynecology and Obstetrics) o tramite il
sistema TNM dell’
American Joint Committee on Cancer (AJCC), che si basa su tre parametri:
dimensione del tumore primario (
T),
coinvolgimento dei linfonodi (
N), e
presenza di metastasi a distanza (
M).