In definitiva,
un’ernia addominale quando è da operare? In realtà, tutti i casi possono essere presi in considerazione, anche quelli privi di urgenza.
L’unico vero modo per risolvere definitivamente il problema è infatti l’intervento chirurgico.
Eventualmente, è possibile rendere più gestibile l’ernia addominale con
rimedi temporanei come i mezzi contenitivi (slip, cinto, ecc.), che possono dare un senso di sicurezza nel movimento ed evitare sollecitazioni. Ma
queste soluzioni non devono protrarsi nel tempo.
Anche se il paziente non lamenta sintomi,
l’insorgenza di complicazioni può avvenire anche molti anni dopo la formazione dell’ernia, senza segnali di preavviso.
L’ernia ombelicale nei neonati ha maggiori possibilità di regredire in autonomia, sebbene vada comunque tenuta sotto controllo. L’avanzare dell’età è un punto d’attenzione, poiché,
più il tempo passa, più l’ernia all’addome tende ad aumentare di volume: com’è facilmente intuibile, ciò comporta un
più elevato rischio di complicazioni.
Ecco perché,
anche se l’ernia addominale è asintomatica, l’operazione chirurgica è in ogni caso l’unica soluzione, sebbene possa essere pianificata con maggiore serenità nelle settimane seguenti.
Altro tema è l’
ernia addominale strozzata: in questo caso, l’operazione chirurgica deve avvenire il più tempestivamente possibile,
fra le 4 e le 6 ore dopo la comparsa dei sintomi. L’intervento ha infatti l’obiettivo primario di salvare l’intestino da considerevoli danni.
Prima di un’operazione all’ernia addominale cosa bisogna fare?
La preparazione consiste in questi graduali passi:
- Nel periodo di attesa prima dell’intervento, indossare un cinto erniario (fascia elastica) e non fare sforzi. In questo stesso periodo si esegue la procedura pre-ricovero con relative analisi del sangue, necessarie per la visita anestesiologica.
- Il giorno precedente, depilare con cura la zona interessata e restare a digiuno dalla mezzanotte o almeno nelle 6 ore prima dell’intervento (in caso ad esempio di operazione pomeridiana).
Il paziente è tenuto a comunicare quali farmaci assume (in particolare anticoagulanti o antiaggreganti) e portare con sé tutti i referti e la documentazione clinica relativa agli ultimi mesi.
Per risolvere un’ernia addominale
l’intervento varia in base alla situazione e alle esigenze del paziente, come la sua durata, che è compresa in media
fra 30 e 60 minuti.
Le procedure possibili sono due:
- Ernioplastica open o tradizionale. Il chirurgo incide la cute a livello del sacco erniario, ricolloca il viscere nella cavità addominale e inserisce una sottile rete sintetica, sagomata sul momento perché sigilli bene l’apertura ed eviti recidive. Una volta richiusa la cute, si procede con la sutura. ? più indicata per le ernie di grandi dimensioni. A seconda delle dimensioni dell’ernia e delle necessità del soggetto, può essere eseguita in anestesia generale o locale o spinale.
- Ernioplastica laparoscopica, che offre diversi vantaggi: diminuisce il dolore post-operatorio (con relativa riduzione nell’assunzione di antidolorifici), si riduce il tempo di recupero e il risultato estetico è più gradevole. Lo scopo è sempre il riposizionamento del viscere e la collocazione della rete, ma l’esecuzione è differente: il chirurgo pratica 3 micro-incisioni sull’addome e vi inserisce una telecamera e gli strumenti per ridurre l’ernia. ? la tecnica ideale per le ernie di dimensioni più piccole. Di solito, si esegue in anestesia generale.
In entrambi i casi,
l’operazione avviene generalmente in regime di day-hospital. Il paziente viene trattenuto per la notte nel caso in cui soffra di più patologie o presenti sintomi di infezione, come nausea, dolore e difficoltà nell’urinare. ? possibile che, in presenza di complicanze, il chirurgo preveda un ulteriore intervento.
Dopo l’operazione, il paziente
può di nuovo guidare e tornare al proprio lavoro (non fisicamente pesante) dopo circa una settimana, deve però
evitare sforzi per almeno 4 settimane. Il paziente deve sempre confrontarsi con il proprio medico su tempi e modi di recupero delle varie attività. In media,
è possibile riprendere le attività fisiche più intense dopo 2-3 settimane e lo sport dopo circa 20-30 giorni.