Dal momento che si tratta di una condizione essenzialmente asintomatica, se non nei casi più seri, è necessario attivare un programma di
prevenzione attiva, che comprende
esami del sangue svolti regolarmente.
I test diagnostici comunemente utilizzati includono
il dosaggio del colesterolo totale, del colesterolo LDL, del colesterolo HDL e dei trigliceridi.
In caso di
ipercolesterolemia familiare, la diagnosi si accerta anche grazie a
test genetici per confermare la presenza di mutazioni.
La
valutazione dei valori è fondamentale per comprendere il rischio cardiovascolare complessivo di un individuo e per guidare le soluzioni di trattamento:
- Colesterolo totale: il livello deve essere inferiore a 200 mg/dl. Si consideri che, nel caso della rara ipercolesterolemia familiare omozigote, i valori possono addirittura risultare compresi fra 600 e 1.200 mg/dl.
- Colesterolo HDL: i valori ideali sono superiori a 50 mg/dl.
- Colesterolo LDL: i valori ottimali di colesterolo LDL sono inferiori a 100 mg/dl.
- Trigliceridi: grassi che vengono immagazzinati nel corpo e possono aumentare in risposta all'eccesso di calorie, zuccheri e alcol. Anche livelli elevati di trigliceridi nel sangue sono associati a un aumentato rischio di patologie cardiovascolari. Sono considerati standard livelli di trigliceridi inferiori a 150 mg/dl.
Una volta ottenuti i risultati, è importante interpretarli in contesto clinico.
Un medico valuterà i livelli di colesterolo insieme ad altri fattori di rischio cardiovascolare, come età, sesso, pressione sanguigna, storia familiare, patologie e tabagismo.
In generale,
livelli elevati di colesterolo LDL e trigliceridi associati a bassi livelli di colesterolo HDL possono indicare un rischio aumentato di patologie cardiovascolari.