Si rendono infatti molto preziose le procedure
TAVI in caso di
stenosi valvolare aortica, ossia il restringimento patologico della valvola: una condizione di cui soffrono solo in Italia circa 1 milione di persone.
Le conseguenze di questa ostruzione possono essere una
riduzione della quantità di sangue che fluisce verso gli organi (in particolare nei momenti di sforzo) e un
ingrossamento (ipertrofia) del ventricolo cardiaco sinistro, che deve impiegare più forza nell’espellere il sangue in risposta alla mancata funzionalità della valvola.
Tale condizione può influire molto negativamente sulla capacità di contrazione del cuore, portando nei casi più seri a
scompenso cardiaco e rischio di morte improvvisa. Una delle caratteristiche più subdole di questa patologia la sua
lunga asintomaticità, poiché il cuore riesce per molto tempo a compensare il malfunzionamento della valvola. In seguito, il paziente potrebbe lamentare sintomi come
dispnea, dolore al petto e affaticamento anche dopo sforzi molto leggeri, a cui talvolta può seguire una
sincope.
? l’
ecocardiogramma che consente al medico di diagnosticare con certezza la patologia. Man mano che gli anni trascorrono, la stenosi valvolare aortica ha sempre maggiori possibilità di svilupparsi, tanto che
viene diagnosticata dopo i 75 anni in 1 paziente su 8.
Proprio
l’avanzare dell’età fa sì che i lembi valvolari diventino sempre più spessi e vadano incontro a calcificazione, avendo così meno possibilità di aprirsi nel modo giusto. N
on è però improbabile che colpisca soggetti più giovani, soprattutto per cause congenite (una valvola caratterizzata da due lembi invece di tre) o patologie reumatiche.
Non è raro che la stenosi valvolare aortica conviva nello stesso soggetto con l’
insufficienza aortica: questa patologia impedisce alla valvola aortica di chiudersi correttamente e anch’essa può risultare silente per diversi anni prima di provocare dispnea, vertigini e aritmie. Le possibili, allarmanti conseguenze possono essere le medesime ed è fondamentale il ruolo della diagnosi: l’auscultazione del cuore individua in genere il tipico “
soffio al cuore” e si rende necessario ricorrere a ecocardiogramma e altri esami di approfondimento.
In presenza di sintomi e per scongiurare le conseguenze più preoccupanti, si deve intervenire, ma
alcuni pazienti non possono sottoporsi a un’operazione chirurgica convenzionale, poiché le complicanze li esporrebbero a troppi rischi: fra questi vi sono soggetti in età molto avanzata o che soffrono di altre patologie (
insufficienza renale, tumori, problematiche respiratorie).
? in questi casi che
la TAVI diventa l’opzione da prediligere.
L’operazione chirurgica tradizionale comporta infatti tutta una serie di procedure altamente rischiose per un paziente vulnerabile, costantemente collegato alla macchina cuore-polmone: questo strumento consente di isolare il cuore dal sistema della circolazione sanguigna, prelevando il sangue venoso per farlo passare attraverso un ossigenatore e pomparlo nel sistema arterioso del paziente. Durante l’operazione, si deve dividere lo sterno per raggiungere il cuore e aprirne il pericardio, giungendo infine fino alla valvola da sostituire. L’intervento si esegue in sala operatoria e rigorosamente con anestesia totale.
La ricerca, l’esperienza e la tecnologia hanno poi permesso di individuare nella
TAVI un’ottima opzione anche per i pazienti a rischio basso e intermedio, con possibilità ulteriori di sviluppo ed evoluzione.