La prima cosa su cui il medico si basa per la diagnosi è l’
anamnesi, ossia la raccolta di tutte le informazioni che il paziente può fornire. In particolare: da quanto tempo si sono presentate le palpitazioni; quali sono la durata e la frequenza; se sono improvvise o si presentano in concomitanza con alcune abitudini precise; quali sintomi danno; quale tipo di battito cardiaco si percepisce; quali sostanze il paziente assume abitualmente.
Il medico misura quindi il
polso arterioso, in modo da studiare il ritmo cardiaco, e il
polso venoso giugulare per analizzare l’attività atriale.A questo punto, arriva il momento degli esami diagnostici.
Il primo ed essenziale è l’
elettrocardiogramma, che permette di registrare l’attività elettrica del cuore. ? un esame dai molti vantaggi, poiché può essere eseguito a riposo, sotto sforzo o con stress indotto attraverso la somministrazione di farmaci: a ogni singola situazione corrisponde un diverso metodo per valutare al meglio il comportamento del cuore. La
prova da sforzo in particolare si rende molto utile quando si vuole affrontare un sospetto diagnostico di patologie cardiache: se il cuore si trova in piena attività, la valutazione si fa più semplice.
Quando le palpitazioni risultano di difficile definizione, in quanto molto variabili e non facilmente rilevabili attraverso l’ECG standard, si ricorre a un
Holter cardiaco: questo tipo specifico di elettrocardiogramma permette di acquisire informazioni sugli impulsi elettrici del cuore in un arco temporale solitamente compreso fra le 24 e le 72 ore. Il paziente e il suo cuore vengono così monitorati
durante tutte le attività quotidiane, compreso il riposo notturno.
L’evoluzione della tecnologia e della medicina ha permesso di rendere questo esame sempre meno invasivo e sempre più confortevole. Il paziente deve solo indossare un registratore portatile di piccole dimensioni, che può tenere con discrezione sotto gli abiti; al registratore sono collegati piccoli elettrodi applicati al torace. La collaborazione del paziente deve anche comprendere
la redazione di una sorta di diario, su cui deve registrare qualsiasi tipo di sintomo oppure eventi peculiari che lo hanno visto protagonista (comprese eventuali
fonti di stress).
Sempre molto importanti sono le
analisi del sangue, che possono confermare così come escludere la presenza di anomalie collegate a patologie in atto e ancora da identificare. Allo stesso tempo, consentono di individuare possibili alterazioni nei livelli degli elettroliti.
Per approfondire ulteriormente il quadro clinico e ottenere dati ancora più dettagliati, il medico può anche prescrivere un’
ecocardiografia: con questo esame è possibile visualizzare le strutture del cuore e studiare il flusso sanguigno all’interno dei vasi, con un altissimo livello di precisione.